La delicatezza del Prosecco DOC Rosè
di A.B.
Il debutto del Prosecco DOC Rosé Spumante Millesimato 2019 -ufficializzato lo scorso 25 novembre con un lancio internazionale in grande stile dal Teatro Mario dal Monaco di Treviso- ha sollevato fin da subito grandi clamori. Le ragioni? Sono diverse. Dapprima un’alzata di scudi da parte di chi forse sperava di scongiurarne l’uscita, poi la grande richiesta da parte del mercato, infine i risultati: tutta la produzione era stata prenotata prima ancora di ultimare il processo produttivo. L’accoglienza da parte del mercato internazionale ha decretato al prodotto un successo di dimensioni inimmaginabili. Impensabile per i più, ma non per il Consorzio che si era attentamente preparato in vista di questo momento, valutandone ogni punto di forza, ogni possibile criticità.
“Abbiamo dedicato oltre tre anni di studio a questo progetto, coinvolgendo Istituti Universitari ed enti di ricerca – spiega il presidente della DOC Prosecco Stefano Zanette – e abbiamo investito molto tempo in minuziose indagini storiche, attenti sondaggi d’opinione del consumatore e pazienti sperimentazioni di cantina, prima d’arrivare alla giusta definizione”. Gli importanti risultati, oggi sotto gli occhi di tutti, non sono frutto del caso. Anzi, sottendono scrupolose verifiche in cantina, conoscenza delle potenzialità della propria forza produttiva, approfondite indagini di mercato, un pizzico di propensione al rischio, seppur calcolato.
Il Prosecco DOC Rosé dunque piace. E piace molto.
La ricerca storiografica avviata dal Consorzio conferma presto una solida tradizione e una riconosciuta vocazione del territorio nella produzione di Prosecco Rosé. Le molteplici testimonianze documentali, in particolare dalla seconda metà del 1800, rivelano tra l’altro numerosi premi e prestigiosi riconoscimenti di critica e mercato.Tra il 2012 e il 2018, mentre la produzione di Prosecco DOC viveva una crescita fortissima, il consumo dei vini rosati -che pur essendo prodotti nell’area interna alla denominazione, dal 2009, anno del riconoscimento della DOC Prosecco, non potevano più fregiarsi del marchio- aumenta più che proporzionalmente, passando, in termini di rappresentatività rispetto al Prosecco DOC, dal 3-4% del 2012 all’8,4% del 2018.
Si constatava inoltre che, nella maggior parte delle 12 cantine esaminate (pari al 26,3% dell’intera produzione di Prosecco DOC), spesso, insieme alla glera, si impiegava il pinot nero nella vinificazione del rosé. Il Consorzio decide quindi di puntare su questo vitigno complementare dati i molteplici punti di forza a suo favore: era già presente nel disciplinare di produzione del Prosecco DOC (ovviamente vinificato in bianco) è un vitigno autorizzato in tutte le nove province di competenza della DOC tra Veneto e Friuli VG veniva ampiamente utilizzato ben prima del 17.7.2009 quando nasceva la DOC e quando era ancora possibile riportare in etichetta il termine Prosecco veniva ancora usato per produrre rosé dopo tale data (pur senza richiamare il Prosecco) la presenza di pinot nero nell’uvaggio aumenta il valore del vino nel percepito del consumatore.
Il Prosecco DOC Rosé Spumante Millesimato nasce dunque alla luce di molteplici e solide premesse e con la ferma intenzione di raggiungere importanti obiettivi. Nei primi tre mesi di produzione si contano già 16,8 milioni di bottiglie prodotte da 111 aziende, con una stima della quota destinata all'export più alta rispetto al quella riservata al Prosecco DOC (ca. l'80% dell'intera produzione di Rosè).
q
PROSECCO DOC ROSÈ “LE MANZANE”
Un intrigante aroma di frutta rossa fresca, una morbida acidità e un colore che seduce: la cantina Le Manzane lancia la versione “en rose” del prosecco, un omaggio alla vita e alla voglia di ripartire, ma anche agli innamorati. Con il nuovo Prosecco DOC Rose’ Millesimato Brut, la tenuta di San Pietro di Feletto (TV) offre l’occasione perfetta per un brindisi con la persona amata nel giorno di San Valentino, il 14 febbraio.
Il nuovo spumante è in commercio da gennaio 2021. 60 mila le bottiglie prodotte. «Abbiamo iniziato la distribuzione e i pareri che abbiamo avuto finora sono stati lusinghieri - spiegano Ernesto Balbinot e Silvana Ceschin, titolari della cantina Le Manzane - l’interesse c’è, il prosecco rose’ piace». Il motivo? «Perchè rappresenta la gioia di vivere, porta un raggio di sole e un po’ di colore in questo periodo difficile».
Nella nuova variante rose’, il Glera (88%) incontra il Pinot Nero (12%). La breve macerazione a contatto con le bucce dell’uva a bacca nera conferisce al vino un colore delicato e una veste romantica: un rosa provenzale brillante con preziosi riflessi cipria. Il perlage è fine e persistente; al naso spiccano sentori di rosa, fragoline di bosco e pesca. Cremoso, fresco ed equilibrato con un retrogusto leggermente ammandorlato, è uno spumante dalla beva piacevole che conquista. Si abbina a piatti che rimandano al gusto asiatico come sushi e sashimi, per chi predilige la cucina italiana e veneta si sposa molto bene al risotto con i gamberi ed è perfetto con il baccalà mantecato.
Il trend sembra chiaro: le bollicine rosa sono destinate a crescere. Aumenta il consumo degli spumanti, ma anche dei vini rosati, un prodotto che strizza l’occhio alla clientela femminile, ma che con la sua versatilità viene scelto sia per festeggiare le occasioni speciali che per un aperitivo a fine giornata. «Anche se siamo un’azienda radicata nel territorio della Docg - continuano Ernesto e Silvana -, abbiamo voluto aggiungere questa referenza per far capire ai nostri collaboratori che siamo attenti e sensibili a ciò che succede nel mercato. Abbiamo deciso di andare incontro alle richieste della nostra forza vendita creando le condizioni commerciali adeguate alle esigenze del consumatore».
“Il Fresco” Prosecco DOC Rosé
di Villa Sandi
Da tempo atteso dagli amanti del Prosecco, è arrivato il Prosecco DOC rosé.
Da uve Glera, con cui si produce il tradizionale Prosecco DOC, e Pinot Nero presente in una percentuale compresa tra il 10% e il 15%, che conferisce allo spumante un tenue e delicato colore rosa.
A fare da traino alla nascita del Prosecco Rosé è stato il crescente desiderio di una bollicina rosa da parte degli amanti del Prosecco. Un interesse dimostrato da un pubblico internazionale e prontamente interpretato da Villa Sandi, tra le prime aziende ad aver creduto nel potenziale del prodotto e ad aver investito in questa direzione.
I Paesi che si sono dimostrati più sensibili al nuovo Rosé sono gli stessi che hanno innescato il boom internazionale del Prosecco, in particolare Regno Unito e Stati Uniti. Giancarlo Moretti Polegato, presidente di Villa Sandi, ha dichiarato che «il debutto delle bollicine rosa ha rimesso tutto il panorama del Prosecco sotto la lente d’ingrandimento dei suoi appassionati e del mondo del vino. Questo sviluppo valorizza ulteriormente il territorio e il suo patrimonio di sapori, che raggiungerà molti Paesi nel mondo in una nuova ed attesa declinazione »
IL nuovo Prosecco DOC rosé di Villa Sandi si aggiunge alla linea “ Il Fresco”, che con le sue bollicine fresche e fragranti è diventato un simbolo di stile di vita italiano.
Il Prosecco DOC rosé è un “ millesimato”- deve riportare in etichetta l’annata della vendemmia - e richiede un più lungo periodo rifermentazione e affinamento sui lieviti. Le uve di Pinot Nero devono provenire dall’area del Prosecco DOC . Villa Sandi ha potuto utilizzare uve di Pinot Nero proprie, provenienti dalla Tenuta adiacente la villa dove da decenni il Pinot Nero viene coltivato.
Il Prosecco DOC rosé di Villa Sandi unisce la freschezza e le note floreali e fruttate del Prosecco a quelle di piccoli frutti rossi, melograno e rosa del Pinot nero.
Ottimo aperitivo ed accompagnamento per finger food. Abbinamento ideale a primi piatti delicati oltre che a molti piatti delle cucine internazionali.
Vuoi ricevere la rivista Taste Vin?
Scrivici