Il Metodo Classico di Haderburg
di Nino D’Antonio
Il nome della Cantina è legato al Castello di Salorno (Bolzano), punto di osservazione – più che di difesa – della vallata sottostante. Ed è assai più fruibile, per i non tedeschi, del nome anagrafico del suo titolare: Louis Ochsenreiter.
L’azienda è tra quelle che il mio amico Salvatore Maule, docente di Esercitazioni di Chimica Enologica all’Istituto di San Michele all’Adige, ha scelto in territorio altoatesino per gli spumanti con metodo classico. Un settore, peraltro, al quale nel corso degli anni non ha mancato di dare il suo prezioso contributo.
Siamo nel ’77, vale a dire a poco meno di mezzo secolo fa, quando Louis, dopo qualche esperienza in cantine bene accreditate e il conforto di Maule, decide di avviare la spumantizzazione dei celebri Chardonnay e Pinot, da sempre presenti sul territorio.
Un progetto abbastanza ambizioso, se si tiene conto della modesta risposta del mercato, alla prima uscita di mille bottiglie. Ma Louis non dispera, e qualche annata dopo è già a quota diecimila. La risposta dei consumatori è lenta, ma in progressiva crescita.
Così, anno dopo anno (ce ne vorranno trenta), la Haderburg non solo conquista il mercato, ma si accredita fra le più qualificate cantine di spumantistica. Oggi, la produzione si aggira intorno alle centomila bottiglie, di cui poco più della metà spumanti, e il rimanente fra bianco secco e rosso.
Intanto, i figli sono cresciuti ed operano entrambi nel mondo del vino. Hannes è enologo, con studi di perfezionamento in Germania, ed Erika è specializzata in viticoltura.
A mamma Cristina, invece, spetta il compito di seguire l’amministrazione, alla quale spesso si sottrae per dire la sua in fatto di potature e processi di vinificazione. Il termometro del mercato è nelle sue mani, ma la costante crescita – dall’Alto Adige a Roma soprattutto – è ostacolata dalle limitate disponibilità del prodotto. Il metodo Champenoise richiede infatti tempi lunghi, specie quando alcune operazioni, a cominciare dal remoige, vengono ancora fatte a mano.
Fortuna che la metà della produzione impegna vini fermi di larga notorietà e una buona selezione di rossi, il che consente alle cantine Haderburg di essere presenti anche sui mercati esteri, dal Giappone alla Germania.
L’azienda, ubicata ai confini fra il Trentino e l’Alto Adige, si avvale di una struttura quantomai mossa, che dà luogo a una serie di imprevedibili scenari, dove barriques e bottiglie danno il meglio di sé. Insomma, al piacere della degustazione si aggiunge quello di un ambiente suggestivo e ricco di stimolazioni. Il che non manca di contribuire al successo e alla notorietà degli spumanti Haderburg, grazie anche alla continua presenza di turisti in visita alla Cantina.
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