Come, dove e quando
di ***
“AMORIM CORK ITALIA” E “LE DONNE DEL VINO”:
ABBINAMENTO D’ECCELLENZA
“Incarna a livello più alto il tema 2022 dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino: Donne, Vino, Futuro”. È con questa motivazione che la figura dell’a.d. Amorim Cork Italia Carlos Veloso dos Santos è stata insignita del premio “Personaggio dell’anno 2022”. Un connubio prezioso già da diverso tempo, quello delle due realtà, che vede un futuro di ricchezza morale: proprio in questo 2022 l’Associazione ha aderito al progetto ETICO, iniziativa di raccolta e riciclo dei tappi in sughero usati in tutta Italia, e i fondi derivanti dall’operazione saranno destinati alle donne vittime di violenza. Amorim, dal canto suo, conta di divenire una ORG+, un’organizzazione positiva, luogo di lavoro ma anche dell’anima, in cui le persone evolvono in relazione le une con le altre.
Il riconoscimento a Carlos Veloso dos Santos, nel dettaglio, è dovuto al suo sguardo lungimirante, rivolto sempre avanti, impegnato a costruire un futuro migliore per tutti.
Da sempre uno dei motti preferiti dell’amministratore è, infatti: “Passiamo più di 1/3 della nostra vita al lavoro. Se lo facciamo in modo positivo e felice produciamo di più e viviamo meglio. Uno dei miei obiettivi è che l’azienda diventi un luogo felice dove venire a lavorare”.
I pilastri della filosofia, applicata anche ad Amorim Cork Italia, sono stati particolarmente rilevanti nell’assegnazione del premio: qualità ambientale, giustizia sociale, prosperità economica, cultura. Non a caso Amorim Cork Italia è una delle poche aziende in Veneto a essere certificata Family Audit con in atto, oggi, 17 misure di conciliazione tra vita e lavoro. Carlos Santos, in particolare, ha investito molto nello sviluppo delle pari opportunità. Più del 50% del personale di Amorim Cork Italia è infatti composto da donne e metà degli incarichi di responsabilità vede ai vertici figure femminili.
ISIDORO REBULI
RICONFERMATO PRESIDENTE DELLA STRADA DEL PROSECCO E VINI DEI COLLI CONEGLIANO VALDOBBIADENE
Isidoro Rebuli, noto ristoratore e albergatore di Valdobbiadene, è stato riconfermato per la quarta volta Presidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene.
Il nuovo Consiglio di Ammini-strazione, eletto da pochi giorni, lo ha nominato all’unanimità a rappresentare gli oltre 200 soci della Strada del Vino più antica d’Italia, itinerario che si snoda in un territorio unico, Patrimonio dell’Umanità Unesco, incluso inoltre nel “Registro nazionale del paesaggio rurale storico” istituito dal Ministero per le politiche agricole.
Il neo Presidente intende proseguire il percorso già tracciato nei precedenti mandati, volto a valorizzare l’identità storica e culturale della nostra terra e ad elevare la qualità dei prodotti e dei servizi della nostra offerta turistica.
Già da subito il 2022 si prospetta ricco di impegni considerato che è imminente la seconda edizione del festival “Conegliano Valdobbiadene Experience” (17-26 giugno 2022), mentre è partita l’organizzazione della 17° “Centomiglia sulla Strada del Conegliano Valdobbiadene”, tour per auto d’epoca che si terrà il 7-8 ottobre 2022. È di questi giorni invece l’uscita della nuova edizione della guida turistica cartacea “Conegliano Valdobbiadene Guide”.
Il neopresidente Rebuli sarà affiancato dalla Vicepresidente Cinzia Sommariva (Consorzio Tutela Vino Conegliano Valdob-biadene Prosecco Docg) e da 11 Consiglieri: Enrico Bortolomiol (Ciodet Spumanti), Fabio Curto (Az. Agr. Ponte Vecchio), France-sco Drusian (Az. Agr Drusian Francesco), Maurizio Favrel (Az. Agr. Malibràn), Emanuele Fol-lador (Az. Agr. La Casa Vecchia), Michele Follador (Az. Agr. Nani Rizzi), Yuliya Kochava (Mionetto Spa), Luciano Fregonese (Comune di Valdobbiadene), Ivan Panizza (Comune di Conegliano), Stefano Pola (Az. Agr. Andreola), Luigi Stramare Bortolomiol (Gemin Spumanti).
La Strada del Prosecco attuale è uno dei percorsi enologici più ambiti dagli enoturisti, non solo italiani, e coinvolge quelle realtà, qualitativamente selezionate, che operano sul territorio (cantine, enoteche, osterie, ristoranti, agriturismi, alberghi, bed & breakfast, tour operator, artigiani, commercianti ecc.) con l’obiettivo di valorizzare e promuovere le valenze enogastronomiche, turistiche, storiche, paesaggistiche e culturali delle nostre colline recentemente riconosciute Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, oltreché inserite nel “Registro nazionale del paesaggio rurale storico” istituito dal Ministero per le politiche agricole.
CANTINA PRODUTTORI DI VALDOBBIADENE VAL D’OCA PRESENTA IL SECONDO BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ
Nel corso di una tavola rotonda moderata dalla giornalista Maria Luisa Cocozza e introdotta dal Direttore Generale della Cantina Alessandro Vella, è stato presentato a Vinitaly il secondo Bilancio di Sostenibilità del Gruppo Cantina Produttori di Valdobbiadene – Val D’Oca.
Realizzato con l’assistenza tecnico-metodologica della società di servizi per lo sviluppo sostenibile Trentino Green Network, il Bilancio è redatto in conformità alle linee guida internazionali GRI STANDARD - Global Reporting Initiative ed è lo strumento di cui la Cantina ha scelto di dotarsi dal 2019 per misurare il proprio impatto sui tre piani della sostenibilità economica, ambientale e sociale.
“La crescita della Cantina in termini di bottiglie prodotte e di fatturato– ha commentato il Presidente della Cantina Franco Varaschin - è la dimostrazione di come un business responsabile e attento all’ecosistema porti a una crescita sana, in grado di generare contemporaneamente benefici per le persone, il territorio e la comunità.” Un impegno insito nella stessa dimensione cooperativa della Cantina, che celebra quest’anno il 70° anniversario e che ha rappresentato per i soci, fin dalla sua nascita nel secondo Dopoguerra, una possibilità di riscatto e una prospettiva verso un futuro migliore. “Con il fatturato consolidato del Gruppo (oltre 56 milioni nell’esercizio 2020/21, +12,3%) – ha aggiunto Varaschin - è cresciuta la remunerazione delle uve conferite dai Soci, che ha continuato a rimanere equa, aiutando lo sviluppo dei piccoli imprenditori agricoli che costituiscono la trama della nostra Cantina. La Produzione Lorda Vendibile (PLV) per ettaro dei nostri Soci si è posizionata nuovamente tra le più alte in Italia.”
CANTINA DI RIVA LANCIA “DòS DE NòA”
Nel solco di una produzione sostenibile e di qualità superiore, Cantina di Riva aggiunge un inedito Sauvignon Blanc BIO alla sua linea d’eccellenza. “Dòs de Nòa mostra con fierezza una nuova sfaccettatura dell’Alto Garda”, spiega Furio Battelini, enologo e direttore tecnico di Cantina di Riva. “Con la sua modernità rispecchia il nostro territorio e ci permette di esprimere tutte le nostre potenzialità, sia in vigneto sia in cantina”.
Incorniciato dalle imponenti Alpi che si riflettono nelle cristalline acque lacustri, mosse dalle costanti brezze dell’Ora e del Pelèr, l’Alto Garda è senza dubbio uno dei territori viticoli più interessanti nel panorama italiano. Grazie all’importante funzione mitigatrice del Lago di Garda, che contribuisce a un singolare microclima alpino-mediterraneo, l’Alto Garda si adatta perfettamente a progetti sostenibili e all’avanguardia. Con queste premesse di successo, dal 1957 Cantina di Riva valorizza al meglio la ricchezza enologica del territorio, forgiando vini alpini di grande carattere ed eleganza.
Se la vocazione della zona per la viticoltura sostenibile è favorita dalle condizioni macroclimatiche che permettono di coltivare le viti in modo biologico, la scelta di allevare e vinificare un Sauvignon Blanc nell’Alto Garda rivela studi ponderati e scelte coraggiose. Questa varietà, poco diffusa nell’ambiente gardesano, trova in precisi contesti uno straordinario habitat d’elezione: in queste vocate microzone nascono vigneti destinati a forgiare nettari straordinari, le cui uve restituiscono nel calice il carattere moderno e grande verticalità nel sorso. Con grande lungimiranza, Cantina di Riva ha riconosciuto fin da subito il notevole potenziale che questa varietà riesce a esprimere nel vocato terroir gardesano e ha attuato rigorosi lavori di efficientamento in vigneto e sperimentazioni in cantina.
Da un’analisi storica risulta che il nome “Dòs de Nòa”, la dolce collina che dà origine al pregiato Sauvignon Blanc, originariamente indicava una terra “nuova” e allo stesso tempo “fertile”. Una fecondità che oggi si estende non solo alla coltivazione della vite, ma anche ai progetti sostenibili abbracciati da Cantina di Riva. Grazie alle sue caratteristiche microclimatiche uniche, il territorio dell’Alto Garda è particolarmente predisposto per l’agricoltura a conduzione biologica, un settore in costante crescita che oggi sfiora il 15% della produzione totale dell’azienda.
RICONOSCIMENTO PER IL MANZONI BIANCO DI TENUTA SAN GIORGIO DI MASERADA SUL PIAVE
Il critico americano James Suckling, uno dei più riconosciuti critici, oltre a uno dei giornalisti enogastronomici a livello internazionale, ha recensito con 91/100 il vino Insula Manzoni bianco del Veneto della Tenuta San Giorgio di Maserada sul Piave in Provincia di Treviso. Grande soddisfazione per Marco Tombacco, giovane Presidente della Società Agricola trevigiana.
L’AMARONE DI ZENI 1870 SELEZIONATO DA JAMES SUCKLING
L’Amarone della Valpolicella docg Classico Zeni1870 è rientrato tra i TOP 100 BEST VALUE WINES 2021, l’esclusiva selezione firmata dall’autorevole critico americano James Suckling.
Un ingresso importante per la storica winery boutique di Bardolino, che accompagna altre referenze simbolo della cantina: Amarone della Valpolicella Barriques 2016, Amarone della Valpolicella Classico Nino Zeni 2015, Amarone della valpolicella Vigne Alte 2017, Valpolicella Superiore Ripasso Superiore Marogne 2019, Costalago Rosso Veronese 2019, Bardolino Chiaretto Vigne Alte, Lugana Vigne Alte Vintage 2020, Soave Classico Vigne Alte 2020, Chiaretto in Anfora FeF Collection 2019, Vini premiati e di grande carattere ma certamente alla portata di tutti.
E proprio per sottolineare come talvolta l’eccellenza sia un lusso che ci si può concedere Zeni1870 ha deciso di proporre le referenze recensite da James Suckling a tutti coloro che ne faranno richiesta all’interno del wine shop.
Quanti si recheranno in cantina o decideranno di dedicare un po’ di tempo al Museo del Vino di Zeni1870 – uno dei primi in Italia, oggi anche interattivo – oltre a quanto già previsto, potranno richiedere in assaggio le etichette che hanno conquistato il selettivo palato dell’importante critico americano.
«È un modo per avvicinare il pubblico di appassionati e di neofiti alle nostre referenze simbolo – sottolinea Elena Zeni, quinta generazione alla guida della cantina assieme ai fratelli Fausto e Federica – ma anche per far capire loro che i vini buoni sono “democratici” e alla portata di tutti: non è sempre necessario spendere grandi cifre per concedersi un calice di qualità. Non dobbiamo mai dimenticare una cosa: il primo strumento di promozione per un vino è il vino stesso ed è da lì che si parte e che si arriva».
CASEARIA CARPENEDO A TASTE FIRENZE
Aria di primavera e soprattutto tanta voglia di recuperare i lunghi mesi di forzata inattività con gli eventi in presenza! La Casearia Carpenedo si prepara a due importanti appuntamenti del mondo del food dove porterà in degustazione le sue punte di diamante, il BLU61® ed il BASAJO®, entrambi freschi di riconoscimenti internazionali, oltre a numerosi altri prodotti rappresentativi della propria produzione.
A TASTE Firenze, l’azienda trevigiana è stata presente al Padiglione Centrale. La manifestazione ha presentato il meglio delle eccellenze enogastronomiche italiane, ammesse solo a seguito di una selezione curata da una apposita commissione di esperti degustatori.
A seguire, tra le antiche mura di Cittadella (Padova), la 10° edizione di FORMAGGIO IN VILLA, mostra mercato nazionale a ingresso libero dei migliori formaggi, Salone dell’alta Salumeria, Salone dei Vini di cantine emergenti e prodotti gourmand.
Il Blu61®, tra i migliori 12 formaggi in assoluto al Salon du Fromage di Parigi, nonché Platinum Award 2021 di Wine Hunter, è un erborinato di latte vaccino pastorizzato, affinato in vino Raboso passito veneto IGT con un top di mirtilli rossi in crosta. Peculiare per la sua eleganza ed armonia, ha una pasta cremosa con venature diffuse; sprigiona una sorprendente sinfonia di profumi e ha un gusto intenso ma equilibrato e mai pungente nel sapore di frutti rossi e nella struttura dal sentore tipicamente dolce del Raboso passito.
LET’S DANCE & CELEBRATE, IL COLLE CAMBIA MUSICA
La nuova stagione de ‘Il Colle’, azienda vitivinicola di San Pietro di Feletto, oggi in mano alla seconda generazione costituta dai fratelli Francesco, Andrea e Sara, appare caratterizzarsi per la freschezza di idee del giovane management e in particolar modo per le intuizioni di Sara Ceschin, spumeggiante portavoce dell’azienda, che si occupa di commercio estero e di marketing: “Volevamo cambiare passo e cercavamo il modo migliore per riuscire a comunicare i nostri valori, i nostri prodotti e le nostre iniziative, con il linguaggio semplice e immediato che più ci appartiene e che in fondo è quello delle nuove generazioni”. “Per questo - prosegue Sara – pensando anche al mondo dei social media, ci siamo orientati verso la giovane illustratrice Susanna Gentili: nel suo tratto deciso e nel suo stile sgargiante, ci siamo subito riconosciuti. L’abbiamo contattata con l’intento di affidarle un progetto di comunicazione per noi importante e siamo felici che abbia accettato perché questo primo lavoro vorremmo segnasse l’inizio di un percorso all’insegna di un nuovo codice espressivo, uno stile al passo coi tempi”.
Per il debutto, i fratelli Ceschin hanno pensato al vino oggi più amato nel mondo, anche dai giovanissimi. Il Prosecco, simbolo di convivialità, evoca la gioia di stare bene insieme e sta vivendo una stagione di incredibili successi grazie alla sua semplice eleganza che lo rende facile da capire e apprezzare. Una prima tiratura di 300 bottiglie con etichetta speciale in formato Magnum di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Dry, uno dei vini best seller de Il Colle. I primi riscontri ricevuti fanno pensare che si tratti solo della prima di una serie di etichette che probabilmente sedurranno il mondo dei collezionisti”.
L’etichetta reca la firma di Susanna Gentili, in arte @suzygentili romana, classe 1991, apprezzata professionista già contesa da importanti editori italiani e internazionali.
GIUSTI WINE A NERVESA DELLA BATTAGLIA L’ENOTURISMO SI FA DAVVERO
In piena pandemia Giusti Wine porta sul territorio di Nervesa della Battaglia 6000 visitatori tra cantina e Abbazia di Sant’Eustachio. Il segreto? Parlare in modo semplice e immediato, aprire il proprio cuore e le proprie porte 7 giorni su 7.
È più che positivo il bilancio del 2021, primo anno di piena attività per la cantina Giusti Wine, progetto voluto dall’imprenditore Ermenegildo Giusti. Il segreto? Aver investito oltre 20 milioni di euro in un angolo del Nord Est ancora da conoscere: il Montello. «Ho concentrato le risorse nel solo comune di Nervesa della Battaglia con un obiettivo: creare consapevolezza del potenziale di questa terra che tanto amo. Ho cercato di portare qui un modello di bellezza per stimolare tutti gli abitanti a credere nel proprio territorio, curando i propri giardini, le proprie case, gli spazi comuni» afferma Ermenegildo Giusti.
Il suo impegno parte dalla ristrutturazione dell’Abbazia di Sant’Eustachio, che versava in condizioni di abbandono, e dove, grazie alla riapertura, oggi si contano circa 3000 visite all’anno. «Qui è stato scritto il Galateo, una pietra miliare della letteratura, che ha contribuito a definire l’arte del ricevere italiana».
A questo progetto è seguita la realizzazione della cantina, estesa su 5 piani di cui due interrati, che nel 2021 ha visto oltre 3000 visitatori. Il segreto? Evitare la narrazione stereotipata. Una volta entrati, infatti, si viene accompagnati attraverso un racconto sincero, fatto di fatica e sogni, che lascia parlare le immagini - quelle del territorio, candidato a patrimonio della biosfera, e quelle della storia di Ermenegildo Giusti, accompagnata dai valori della famiglia, dell’entusiasmo e della visione imprenditoriale.
La visita si svolge lungo una camminata di 400 metri dove scorrono le immagini accompagnate dalla narrazione, più emozionale che tecnica, mentre le aree di vinificazione si scorgono attraverso finestre affacciate sui locali dedicati alla produzione, per garantire la sicurezza dei visitatori e l’igiene dell’ambiente di lavoro.
Il progetto Giusti Wine, iniziato nel Duemila, conta oggi la cantina, 10 tenute immerse nella natura in oltre 100 ettari di terreno, una country house con suites e camere, il ristorante, una guest house e la Villa Maria Vittoria, residenza di charme immersa nei boschi.
SEGRETI E CONOSCENZE DEL TERRITORIO VITICOLO DEL LIVENZA STUDIATI DA TENUTA TOMASELLA
Un lungo lavoro per un ambizioso progetto di studio scientifico dei suoli e di analisi del loro fondamentale ruolo per preservare l’identità della produzione vinicola, partendo dalla conoscenza del proprio terroir per giungere a fronteggiare il problema del cambiamento climatico. Questa l’idea sviluppata da Tenute Tomasella grazie alla collaborazione con Diego Tomasi, ricercatore CREAVE (Centro di Ricerca per la Viticoltura e l’Enologia di Conegliano) e del pedologo dott. Giuseppe Benciolini, professionista esperto nello studio dei suoli.
Oggi l’aumento degli eventi climatici estremi, delle temperature e delle precipitazioni sempre più irregolari, minano principalmente la tipicità e l’identità dei vini, rischiando di compromettere la differenziazione tra aree viticole attigue e tra microzone all’interno di aziende caratterizzate, come il caso delle Tenute Tomasella, da differenti suoli. La diversità dei terreni infatti può influire moltissimo sui caratteri identitari dei vini attraverso una serie di fattori che sempre meglio il mondo della ricerca sta chiarendo: il tutto ha ragione d’essere però se il suolo viene gelosamente custodito.
I suoli di Tenute Tomasella hanno origini geologiche diverse, si sono formati a seguito delle esondazioni del Livenza, ma risentono anche di tutto ciò che in altre ere geologiche è stato trasportato dagli altri fiumi e dalle colline delle Prealpi.
“Al termine del lavoro – spiega Diego Tomasi – sulla base delle diverse tipologie di suolo riscontrate nelle Tenute Tomasella e originate da diversi substrati geologici, l’obiettivo sarà dimostrare come proprio il terreno stia diventando elemento di primaria importanza e come possa anche diventare un’arma efficace per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e far parlare i nostri territori nel futuro. Vogliamo infine riuscire a caratterizzare i vini dell’azienda in funzione dell’origine dei diversi terreni”.
I CAMERIERI IN GARA A TREVISO. LA PRIMA IN ITALIA.
Ha una tradizione radicata a Treviso, la gara dei camerieri, sfida nata prima della guerra che ha avuto poi vari interruzioni fino a quando, nel 2006, l’architetto Giogio Fantin, a capo della “Congrega per il recupero delle tradizioni trevigiane” l’ha riproposta. Al via 16 camerieri con in mano un vassoio con una bottigletta di birra da 33 cl, due bicchieri di vino rosso e una tazzina da caffè. Partenza, camminando, dal Battistero del Duomo (start il sindaco Mario Conte) ed arrivo in corte San Parisio in Pescheria dopo 1800 metri per le vie del centro.
A vincere per la categoria maschile è stato Rediep Redjepov, 23 anni, macedone di Treviso; piazza d’onore per Claudio Martini, 32 anni entrambi del bar “Signore & Signori”; 3. Jacopo Trevisson, 29 di Treviso del Good Devil Pub di Varago. Nella categoria femminile vittoria di Emma Vento del Caffè Vergnano di piazza San Leonardo di Treviso, quindi Barbara Steffanolli 54 anni e Maila Malagò, 41, del Sunrise caffè di Busche (Belluno).
Tra i protagonisti, in perfetta uniforme del mestiere, vecchie colonne di tale professione come il decano Giacomino Benvegnù patron del ristorante L’Incontro di Porta Altinia, 79 anni; Michele Regazzon per 20 anni al Biffi e il sempre presente Paolo Casteller titolare del Good Devil Pub di Varago.
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