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Vitigni Autoctoni

di Ulderico Bernardi

Ormai da anni, in ogni provincia delle Venezie e del Friuli si stanno recuperando delle specie vegetali autoctone. Un altro aspetto della forte domanda di identità che caratterizza il nostro tempo. Mentre il mondo intero è scosso dai mutamenti accelerati, che investono ogni cultura nei continenti, il desiderio di radicamento diventa consapevole ricerca di sicurezza. L’importante è che questa riappropriazione del patrimonio tradizionale sia rivolta a una migliore opportunità per il confronto sul mercato aperto. La globalizzazione deve consentire a ciascun popolo sulla terra di offrire il meglio della sua diversità. In valori e prodotti. Se le cose andranno per il verso giusto, e la pace universale sconfiggerà la guerra, per il pianeta si realizzerà un periodo straordinario, nel trionfo delle specificità. Sarà come se da nord a sud, da est a ovest, si aprisse un grande emporio, risuonante di lingue, colorato di costumi, abbondante di frutti. Il sogno degli umanisti, all’incontro fra le tante civiltà che nei millenni hanno arricchito la terra. Finalmente rispettata nelle sue specificità, e intesa come ambiente dell’uomo nel senso più alto del significato. Dove ciascuno abbia la grazia di ritrovare quel sentimento complesso, cosmico, come lo definiva il grande studioso delle religioni Mircea Eliade, di solidarietà mistica con la terra natale, da non confondere con il sentimento profano d’amore per la patria o per la provincia, né con l’ammirazione del paesaggio familiare o con la venerazione per gli antenati sepolti da generazioni attorno alle chiese dei villaggi. È ben altro: è l’esperienza mistica dell’autoctonìa, il sentimento profondo di essere stati generati dalla terra allo stesso modo con cui la terra ha dato origine, con una fecondità inesauribile, a rocce, fiumi, alberi e fiori. Proprio in questo senso si deve comprendere l’autoctonia: il sentirsi gente del luogo, un sentimento di struttura cosmica che supera di molto la solidarietà familiare e ancestrale.

Una lunga citazione per far comprendere bene la distanza che separa il fanatismo ambientalista e animalista, generoso negli intenti ma prigioniero di una visione squilibrata della natura e delle creature, che talvolta finisce per relegare la persona umana, con la sua intelligenza e il suo senso di responsabilità, nell’oscuro ambito dei reietti. Come se non spettasse agli uomini il compito severo di regolare la natura, conoscendone sempre meglio le esigenze. Ma lasciamo volentieri agli apocalittici le incongrue lamentazioni e i pessimismi di maniera, magari rivolti solo a trarre vantaggi ideologici dalla protesta. Prendiamo atto invece che da molte parti ci si sta muovendo, con studi e progetti concreti, per rivalutare, alla luce delle conoscenze oggi disponibili, vegetali che nei millenni si sono adattate al suolo specifico, a quel determinato territorio, con le sue caratteristiche geologiche. Si chiamino vitigni o alberi da frutta o cereali autoctoni. Dal Carso, ai colli goriziani, alla Carnia, al Coneglianese, al Montello e all’Asolano, ai campi fecondi dell’Opitergino, ai Berici, agli Euganei, alla Valpolicella, è tutto un fiorire di iniziative per rinnovare, con l’agricoltura, la vita degli uomini, produttori e consumatori, trasformatori e distributori.

E seppure siano ancora pre-potentemente presenti gruppi di avvelenatori senza scrupoli, che badano solo a fare della spesa delle famiglie il loro bottino, la linea vincente è quella di chi recupera olivi secolari liberandoli dai rovi della dimenticanza, chi ritrova e mette a dimora ceppi finora ricordati solo nei vecchi libri di ampelografia, chi pianta alberi delle mille qualità di mele e pere e ciliegie finora trascurati, di gusto e profumo sublime, anche se di pezzature diversificate.

Sanno di offrire a quanti non si contentano di nutrirsi ma cercano di saziare l’anima e non solo lo stomaco, il gusto, gli aromi, il piacere degli occhi, di una natura bella perché varia. Propongono, nel dialogo enogastronomico universale l’orgoglio della loro appartenenza.

Perché ciascuno sia stimolato a ritrovare e offrire la propria. A beneficio dell’umanità.

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