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Massimo Colonna: immagini come sogni

di V.B.

Massimo Colonna è fotografo e artista digitale italiano. Nasce il 3 Agosto 1986 in provincia di Reggio Emilia, in un paese ai piedi degli Appennini. Sin dalla sua infanzia, è sempre stato attratto dalla fotografia. All’età di 5 anni scatta la prima foto di famiglia con la macchina fotografica del padre. Nel 2007 inizia a lavorare come post producer in uno studio fotografico, e nel 2009 inizia a sviluppare e stampare nella sua camera oscura. Negli ultimi anni, tramite software di modellazione 3d, produce immagini architettoniche dalla connotazione surreale e minimale. I suoi lavori spaziano da still life, paesaggi, reportage, rendering, caratterizzati dall’unione creativa tra reale e immaginazione, foto e post-produzione. Per Massimo, la tecnologia rappresenta lo strumento per inventare nuovi spazi e dare forma all’immaginazione.

I soggetti preferiti sono paesaggi astratti e ambientazioni surreali, caratterizzati da architetture minimaliste e colori pastello che trasmettono un profondo senso di calma e tranquillità. Le immagini che Massimo crea esistono già nella sua mente, si nascondono dietro un ricordo, un’emozione, un’esperienza che risale all’infanzia. Sono dietro una collina che saliva da bambino o sedimentate sulla spiaggia di una terra lontana ad abbrustolire al sole. Massimo Colonna ama la semplicità, l’equilibrio, il gioco: quando inizia a disegnare immagina di poter essere fisicamente lì, dentro quelle scene che prendono vita, di poter camminare all’interno degli ambienti che assumono forma, di muoversi e di viaggiare in luoghi che non esistono ma che fanno parte della sua immaginazione.

Immagini come sogni lucidi, che offrono un viaggio in un mondo minimalista e surreale.

Fra le sue opere più interessanti ritroviamo Ambiguous, una serie di quattro immagini delineate da architetture minimali a cielo aperto, ispirate a paesaggi esotici, che ci proiettano in luoghi caldi dove il sole traccia linee definite, tagliando ampi spazi divisi da pareti e archi.

I soggetti di queste immagini sono elementi diversi caratterizzati da una propria presenza che inizia, prosegue e finisce nello stesso momento. Un gatto, una statua, una scala a pioli e un lenzuolo entrano in contatto con i luoghi che “attraversano” in maniera ambigua. Incerta è la loro provenienza o funzione, incerta è la loro destinazione. Ambigua è la risposta. Nella serie (non) gravità troviamo invece ambientazioni architettoniche lineari e semplici, ispirate ad edifici come la “Casa-Studio” di Luis Barragan e la “Muralla Roja” di Ricardo Bofill, che fanno da sfondo a momenti di (non) gravità. I colori e le ombre naturali degli edifici interagiscono con i soggetti di queste immagini: un palloncino che fluttua a mezz’aria, un sacchetto di plastica spostato dal vento, un pallone che rimbalza e due aeroplani di carta che planano, vengono immortalati per creare momenti di (non) gravità.

Il progetto Migration comprende tre immagini che raffigurano scenari di paesi lontani, esotici, a volte irraggiungibili. All’interno di questi paesaggi uno stormo di uccelli si sposta creando forme insolite, geometriche, una evoluzione nel modo di muoversi. In un momento storico nel quale anche il cielo diventerà spazio pubblicitario, la natura muta in spigoli e angoli.

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