Quando il cibo è un problema d'immagine
di Annibale Toffolo
Abbiamo recentemente festeggiato i 50 anni di vita di questa nostra rivista e siamo consapevoli di quello che abbiamo testimoniato in tutti questi anni. Oggi parlare di cibo è diventato particolarmente interessante. Infatti non c’è trasmissione televisiva, telegiornali, approfondimenti che non attingano all’argomento, specialmente declinato nelle versione molto accattivante della gastronomia. Il cibo, insomma, tira e attira. Non solo gratifica il palato, lenisce le tensioni, agevola la comunicazione, scioglie la favella, facendoti quasi scordare a cosa serve effettivamente, ma l’argomento alimentazione è appunto riuscito a conquistarsi una dignità un tempo riservata a ben altri temi e pane quotidiano soprattutto di esperti, giornalisti, intellettuali. Per non parlare dei rotocalchi, delle pubblicazioni specialistiche, di trasmissioni radiofoniche e televisive specificatamente dedicate al cibo e a tutto ciò che gli gira intorno. Così, per una serie infinita di motivi, soddisfatti di vitale bisogno di mangiare, ci siamo trovati da qualche decennio a fare i conti con eccesso alimentare che crea non pochi problemi alla salute, alla loro forma fisica, anche alla linea e all’immagine a cui tanto teniamo.
Se fin dai tempi più remoti l’uomo aveva capito che l’alimentazione influenzava largamente lo stato di salute e di malattia, abbastanza di recente si è venuta sviluppando una vera e propria disciplina che studia e approfondisce le più segrete dinamiche, la scienza dell’alimentazione. Lo scopo è teorico, ma anche pratico, volendo essa fornire all’uomo d’oggi criteri validi per un’alimentazione razionale ed adeguata alle esigenze individuali di vita, di abitudini, di ambiente. Ciò che nel passato era naturalmente equilibrato dalla penuria di cibo, oggi ha bisogno di studi che riportino equilibrio in un organismo sottoposto alle sollecitazioni quantitative e qualitative di alimenti a disposizione senza alcun limite. Per questo si può dire che non è sufficiente nutrirsi; occorre saperlo fare seguendo non tanto le voglie e le provocazioni che ci stanno intorno, ma alcune regole ormai acquisite che dosano sapientemente principi nutritivi e situazione soggettiva, con un’alimentazione razionale in grado di dare all’organismo le sostanze di cui ha bisogno. Si potrebbe dire, parafrasando un celebre detto, dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei. Alimentarsi segna uno status e lo segnala.
Annibale Toffolo
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