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La gestione del territorio

di Paolo Pilla

È ormai noto che il clima è cambiato: le stagioni, la siccità, le precipitazioni, sono sempre più confuse, e questo ci crea disagio. L’acqua, elemento di prima necessità per la sopravvivenza di cui il nostro corpo si compone per il 70%, è presente nel mondo in modo dissimile, e per alcuni popoli, drammatico. L’Italia ne avrebbe a sufficienza, ma le cose stanno cambiando in modo preoccupante anche da noi, e per nostra stessa mano. Tanti sono gli errori che commettiamo, ma è venuto il momento di dire basta ad un uso scriteriato, perché la situazione di grave criticità idrica si è ormai più volte presentata. Cominciamo con l’aspetto cementificazione, che ha il significato del “consumo di suolo”, cosa particolarmente ben percepibile in Veneto. Le nostre belle campagne si sono sensibilmente ridotte di superficie, a beneficio di capannoni artigianali e industriali edificati in eccesso e in modo poco organizzato, sotto gli occhi per niente illuminati di chi ci ha governato, e che ora è da pensare, anche per altre ragioni, di demolirne in parte per restituire territorio all’agricoltura, e permettere un miglior collegamento delle acque.

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