Grado alcometrico
di Michele Scognamiglio
Le bevande alcoliche schematicamente posso essere suddivise in tre grandi gruppi: quelle ottenute per distillazione (acquaviti), quelle per miscelazione, macerazione (liquori), o per fermentazione (vino, birra, sidro).
La quantità di alcol nelle bevande che lo contengono, in molti paesi Italia inclusa, viene espressa come gradazione alcolica o titolo alcolimetrico espresso dal simbolo % vol preceduto da un numero ed esprime la quantità in ml di alcol presenti in 100 ml di bevanda, in tal modo, 1 litro di vino con gradazione 14% vol contiene pertanto 14 centilitri (cl) o 140 millilitri (ml) di alcol etilico).
Nei paesi anglosassoni, la situazione è legggermente diversa, il titolo alcolimetrico è indicato dalla sigla ABV ovvero Alcohol By Volume.
Da un punto di vista giuridico (art.12 D.l. 27 gennaio 1992 n.109) e con la relativa complessità che di solito si accompagna agli addetti del settore, il titolo alcolimetrico di una qualsivoglia soluzione rappresenta il numero di parti in volume di alcol puro alla Temperatura di 20° C contenuto in cento parti in volume del prodotto considerato alla stessa Temperatura.
Posto che la densità dell’alcol a 20° C è pari a 0,79 (che arrotondiamo a 0,8) , se vogliamo sapere quanti grammi di alcol ci sono in un litro di vino con gradazione alcolica 14% volume basta moltiplicare 14 x 0,8 x 10 ovvero 11,2 grammi in 100 ml.
A questo punto, la domanda nasce spontanea, come usava ripetere un napoletano assai più noto di chi scrive, come mai, nel caso delle bevande alcoliche a differenza di altri alimenti di cui è nota la composizione non viene riportato direttamente il peso in grammi di alcol e si ricorre invece alla % in volume?
La risposta è abbastanza semplice, occorre tener presente che la densità totale delle diverse bevande dipende anche dalla quantità delle sostanze in esse disciolte, per esempio di zuccheri o acidi nel caso dei vini.
Potrebbe capitare pertanto, che due bottiglie pur a identica gradazione alcolica, per effetto della diversa composizione dovrebbero riportare in etichetta quantità diverse di alcol se espresse in grammi generando una certa confusione nel consumatore.
Una curiosità interessante relativa all’alcol è che nel 700 in Gran Bretagna, quando ancora non erano disponibili ebulliometri o altre sofisticate apparecchiature in grado di calcolare con precisione il grado alcolico delle diverse bevande, i marinai, ignari di calcoli e tantomeno di chimica avevano messo a punto una metodica assai sbrigativa per valutare la “carica” alcolica della loro bevanda preferita, il rum.
La ciurma infatti, per verificare se il rum che gli veniva fornito come parte del salario era stato in maniera fraudolenta annacquato era solita ricorrere alla cosiddetta alcoholic proof, o più semplicemente prova alcolica.
In altre parole si bagnava la polvere da sparo con la bevanda in esame e semplicemente si verificava se questa riusciva ancora a bruciare. In caso affermativo la bevanda aveva superato l’esame, in altre parole era proofed, in caso contrario, la bevanda era under proof spirit, e sono convinto che occorreva tanto rum e di buona qualità per acquietare i furiosi marinai una volta scoperto l’imbroglio!
L’ETILOMETRO... E I SUOI LATI OSCURI
È uscito in questi giorni nelle librerie d’Italia il libro dal titolo emblematico “l’etilometro… e i suoi lati oscuri” con sottotitolo significativo “tecnologia e legge al servizio dell’automobilista” a cura dell’editore Piazza.
Gli autori, Avv. Fabio Capraro e il perito Giorgio Marcon, che da anni affrontano la materia e in particolare studiano l’etilometro, in questo libro rendono note le conoscenze acquisite negli ultimi dieci anni di battaglie giudiziarie.
Il libro contiene una premessa doverosa ove vengono ricordati i maggiori problemi che insorgono a fronte di un abuso dell’alcol, fermo restando che un uso moderato viceversa non solo non presenta effetti negativi per l’essere umano ma ne presenta invece di positivi, in tal senso va ricordato come peraltro oltre 200 milioni di anni fa l’uomo aveva cominciato la coltivazione della vite, già i fenici e gli etruschi si dedicavano in maniera costante alla coltivazione della stessa. La guerra contro l’abuso dell’alcol, secondo gli autori, non giustifica che uno Stato che si dichiara liberale e avanzato, affronti con strumenti inadeguati e poco attendibili la misurazione del tasso alcolemico di un automobilista.
Utilizzare, in buona o cattiva fede, strumentazione obsoleta e tecnicamente superata al fine di individuare eventuale automobilista in stato d’ebbrezza non è cosa corretta, non aiuta certo a pervenire incidenti stradali, ma solo a rimpinguare le casse degli enti comunali e statali. Ora gli autori non hanno certo il convincimento d’aver individuato tutte le criticità di tali apparecchiature ma peraltro il merito di averne accertate alcune, che di per sé, pongono gravi quesiti circa l’opportunità di affidarsi a questi strumenti per la sicurezza stradale, oltretutto privi di quella certificazione di qualità richiesta dalla legge e che si definisce omologazione. L’Avv. Capraro, già vicedirettore di una scuola di Polizia Locale, nonché già ufficiale della Guardia di Finanza, e il perito Giorgio Marcon da anni stanno studiando, avvalendosi di un gruppo di studiosi, tale particolare materia e prossimamente daranno alle stampe un ulteriore opera sul tema, che è di grandissima attualità.
In particolare affronteranno il problema dell’attendibilità o meno delle altre apparecchiature messe in strada dallo Stato e dagli enti locali asseritamente per pervenire e reprimere comportamenti poco rispettosi del codice della strada da parte degli automobilisti. Grazie alla disponibilità dell’Assessore Regionale al turismo, Federico Caner, il libro sarà presentato a Verona al prossimo evento di Vinitaly. Il libro è curato da Piazza Editore (casa editrice in Cendon di Silea via Chiesa n.6). Dai primi di settembre 2020 questo interessante libro si potrà ordinare direttamente all’editore o presso le edicole
Piazza Editore: www.piazzaeditore.it - info@piazzaeditore.it
Avv. Fabio Capraro: www.fabiocapraro.it – info@studiolegalecapraro.it
Perito Giorgio Marcon: gio@riflessometro.it
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