Un caffè d'autore nel cuore del Vomero
di Nino d'Antonio
“Così sono andate in fumo tre generazioni nel commercio del pesce….” E Gaetano De Rosa si è sentito tradito. I suoi due ragazzi – Enzo e Giovanni, entrambi Scuola Alberghiera. Il primo, Sala e Bar; il secondo, Cucina – hanno imboccato tutt’altra strada.
Ho incontrato Enzo De Rosa – 27 anni, fisico sportivo, cranio perfetto e lucido, simpatia istintiva – a un Premio a Trieste sul migliore caffè “di tradizione”. Enzo è venuto fuori alla grande, con un meritato riconoscimento, in un ambiente dove il caffè è un culto come a Napoli, se non di più.
Ho saputo poi della sua esperienza di Sala all’Hotel Parkers, fra i più accreditati della città. “Ma cercavo un maggiore contatto con i clienti, e questo non mi era consentito. Io, per carattere, sono un estroverso. La comunicazione per me è fondamentale. Posso rinunciare a un bel pranzo, ma non ad una chiacchierata a più voci, con gli amici”.
Così, gli è stato offerto di condurre il banco di uno dei caffè più popolari di Napoli, gestito dalla famiglia Assentato. Il locale è ubicato nel cuore di Piazza Carlo III, che è come dire quell’area di Napoli a ridosso delle autostrade, della stazione ferroviaria e dell’aeroporto.
L’esperienza è stata entusiasmante, e questo lo ha spinto a rilevare un bar di larga notorietà nel cuore del Vomero, la collina che sovrasta Napoli e si affaccia sul suo golfo. E Vomero si chiama
il Caffè, a quattro passi dalle architetture di Piazza Vanvitelli.
Ma qual è il segreto del successo di Enzo? A Napoli, un buon caffè o un cappuccino sono requisiti quantomai diffusi. E allora? Siamo a un caffè che ha pochi termini di confronto. Denso e intenso, aromatico e gradevole, ma sempre imprevedibile per quel tocco di sapienza che ne fa quasi una degustazione su misura.
E qui devo dire che Enzo De Rosa può contare su un’eccezionale memoria visiva, che gli consente d’individuare subito il cliente che magari ha visto solo qualche volta. Ed è qui la sua bravura. Riesce a ricordare come desidera il caffè: amaro, con dolcificante, in bicchiere, ristretto o appena macchiato, e così via.
Il che significa che il cliente si sente a casa. Al di là del banco, Enzo non trascura di dosare le sue quattro chiacchiere. Anche se spesso il discorso si allarga, se si tratta di calcio e delle sorti del Napoli.
Così, bere un caffè da lui non è solo una felice degustazione, ma una stimolante esperienza.
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