Grande diffusione per il merlot
di Alessandra Piovesan
Il vitigno Merlot è la varietà a bacca rossa tra le più amate e diffuse in tutto il mondo. Spesso viene assemblato con Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, come avviene nei Tagli Bordolesi. Goloso e vellutato, il vino Merlot si pone al centro di costanti e accesi dibattiti tra enologi ed appassionati per la sua natura tanto versatile quanto a tratti accomodante e ruffiana.
È originario della Gironda, da quelle magiche terre che tuttora danno vita ai migliori merlot di sempre. La prima menzione, sia pur approssimativa, è del 1783 in una stampa di Libourne en Gironde.
l nome “Merlot” appare per la prima volta nel 1824 in un trattato su vini del Médoc, lo stesso che ne delinea le origini del nome: gli è stato dato questo nome poiché le bacche del vitigno sono molto apprezzate… dai merli!
Il merlot è molto precoce, caratteristica che gli consente di adattarsi con facilità ai climi di tutto il mondo vinicolo. Ama i terreni umidi, ricchi di argilla e grassi; il sistema di allevamento più utilizzato è il guyot singolo e bilaterale. I suoi acini sono grandi e la buccia è sottile. Varietà dal tannino aggraziato, spesso vi si associano vini connotati da morbidezza al limite della ruffianeria. In realtà il merlot vinificato nei luoghi di elezione, ha peculiarità importanti, ben più della sua rinomata rotondità: ma la sua caratteristica principale – la morbidezza – spesso è stata dilatata fino all’estremo, sia nel monovitigno che nei blend, dove concorre ad affievolire le asperità di altri vitigni. Questo uso spregiudicato ha contribuito ad alimentarne la fama di vino piacione, penalizzandolo. La morbidezza del merlot è accentuata dai passaggi in legno, specie in barriques, motivo per il quale difficilmente è vinificato in acciaio o cemento. I caratteri olfattivi del vitigno sono di fragrante frutta a bacca nera e rosa nonché nota erbacea, specie se il vino è giovane.
Il merlot è presente in tutto il mondo: dal Sudafrica al Cile, fino al Nuovo Mondo.
A livello europeo è sul podio, al terzo posto tra le varietà più coltivate, con 165.000 ettari. In Italia è la sesta uva più diffusa, con oltre 23.000 ettari in quattordici regioni. È curioso che la diffusione del vitigno superi quella di alcuni must italiani, come la barbera (circa 18.000 ettari). In Francia si piazza al terzo posto tra le uve rosse, dopo carignano e grenache e la denominazione più prestigiosa è senza dubbio Pomerol, patria dei più grandi merlot.
Il nostro Paese, per fortuna, produce ottimo merlot anche altrove, a prezzi più terrestri: dai fini friulani agli eleganti toscani, fino alle espressioni siciliane, ciascuno con le proprie caratteristiche identitarie.
Data la sua indole di vino morbido e a volte accomodante, il Merlot viene utilizzato spesso per smussare le asperità e spigolosità di altri vitigni italiani più esuberanti, come avviene per esempio in abbinamento al Sangiovese nel Chianti.
In realtà questo vitigno ha una straordinaria capacità di interpretare la zona in cui ha immerso le radici, e ad un consumatore attento non potrà sfuggire la netta differenza tra i toni fruttati dei vini Merlot toscani rispetto ai profumi balsamici e di sottobosco delle versioni siciliane.
Il Merlot è un vino da tutto pasto: antipasti a base di salumi, formaggi erborinati o a media-lunga stagionatura, primi piatti a base di carne, risotti ai funghi porcini o al radicchio, arrosti, bolliti, grigliate, carni bianche e rosse, selvaggina. Nelle sue versioni più invecchiate, il Merlot può anche essere gustato come un vino da meditazione grazie al suo discreto grado alcolico. La temperatura ottimale di servizio è di circa 15-17°ed il calice deve essere ampio.
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