Buona vendemmia malgrado tutto
di T.V.
Quello che è certo è che l’eccezionalità climatica dell’estate, con temperature costantemente al di sopra della media per più di tre mesi, escursioni scarse, associate a piogge di forte intensità dalla metà di agosto in poi, rischia di trasformare la vendemmia 2022 in una delle più chiacchierate di questo ultimo ventennio.
Nonostante un anno che ricorderemo per il grande caldo e un’importante siccità che ha contrassegnato tutte le fasi vegetative dall’inverno fino a una delle estati più carenti di piogge di sempre, secondo le previsioni vendemmiali (il momento in cui viene delineato in corso di vendemmia lo stato dei vigneti e presentate le previsioni relative alla produzione e alle tendenze del settore vino da parte di Unione Italina Vini, Assoenologi e Ismea), la quantità del raccolto italiano di uva da vino per il 2022 è in linea con lo scorso anno. Le precipitazioni giunte nel mese di agosto in molte parti d’Italia sono state salvifiche, riequilibrando il bilancio della vendemmia.
Unione Italiana Vini riporta le previsioni pubblicate a settembre sul Corriere Vinicolo: l’indagine condotta nella prima settimana di settembre avevo previsto 50,270 milioni di ettolitri nel complesso tra vini e mosti, un ottimo risultato rispetto alla media del 2017-2021 che si era attestata in 48,825 milioni di ettolitri, confermando i risultati dello scorso anno quando se ne erano totalizzati 50.232.
La vendemmia 2022 sarà di qualità nonostante le difficoltà del meteo, la siccità e una campagna che parte in anticipo con una variabile da circa 7 giorni a 20, a seconda delle diverse aree viticole. Non sono previste particolari problematiche.
A prevederlo è il Centro di Ricerca di Viticoltura ed Enologia del Crea-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, che ha fornito i primi dati e ha elaborato le tendenze previsionali della nuova vendemmia appena partita. In particolare il Crea, nonostante l’Italia sia stata accomunata da un andamento meteo omogeneo da nord a sud della penisola con alte temperature e siccità che hanno caratterizzato la primavera, non prevede nessun dramma e incorona “il vigneto italiano come resiliente ai cambiamenti climatici”.
Nel complesso l’annata si presenta buona, come indicano i dati rilevati da Patrick Marcuzzo del Crea Viticoltura di Conegliano. “La penuria di precipitazioni - sostengono gli esperti - ha sicuramente facilitato il controllo delle malattie fungine, riducendo anche il numero di interventi fitosanitari”. Nonostante il vigneto italiano sia stato resiliente ai cambiamenti climatici la produzione 2022 non sarà però ricordata come un’annata abbondante, a causa soprattutto dei vigneti non serviti da impianti di irrigazione o bacini di raccolta delle piogge: in Friuli-Venezia Giulia e in Veneto in leggero calo della quantità di produzione rispetto al 2021 (-10% e -5% rispettivamente). Registrano una flessione anche Lombardia ed Emilia-Romagna e il Piemonte. In sofferenza la Sicilia con cali pari a un -5%/-10% rispetto l’annata precedente. Crescono Trentino-Alto Adige (+5-6% rispetto al 2021) Toscana e Puglia (per quest’ultima è previsto un 10% in più).
In definitiva, annata di grande interesse enologico, che dal punto di vista della qualità presenta uve con un contenuto di zuccheri e sostanze coloranti superiori alla norma, mentre viene costantemente monitorata l’acidità per cogliere l’ideale momento di raccolta. Pericolo scampato, verrebbe da dire. Le piogge delle ultime settimane hanno “graziato” il vigneto Italia” che, alla fine, si è dimostrato più forte del caldo, in quello che è stato definito l’anno più siccitoso dall’800.
Il Belpaese porta, in cantina - ma sarebbe meglio usare il condizionale, visto che per molti la vendemmia è appena iniziata - 50,27 milioni di ettolitri di vino, la stessa quantità dello scorso anno (50,23 milioni di ettolitri di vino il dato Agea 2021) e +3% rispetto alla media del quinquennio 2017-2021.
“Un’annata soddisfacente per quantità e sorprendente per qualità”, per dirla con Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini che, al Mipaaf, hanno appena presentato le loro previsioni vendemmiali.
A garantire la tenuta del prodotto finale, oltre alle provvidenziali piogge di agosto, il lavoro straordinario di ricerca e applicazione dei produttori su una vite sempre più resiliente alle avversità climatiche e metereologiche.
La vendemmia 2022 lascia ben sperare per la nuova annata.
A tirare il bilancio è stato oggi l’incontro al Mipaaf con le previsioni vendemmiali dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini. Il tradizionale appuntamento fotografa un vigneto Italia più forte di caldo e siccità, con una qualità delle uve che ha sorpreso e anche nelle quantità, la sorpresa di un media che supera nei numeri del 3% quella degli ultimi cinque anni. E ora si guarda al futuro e al mercato, su cui a pesare sono le incognite congiunturali. Secondo le previsioni vendemmialI dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini, la siccità e il caldo record di quest’anno non hanno compromesso il vigneto Italia promette uve di qualità dal buono all’ottimo, con una quantità in linea con la media delle ultime annate.
La produzione 2022 dovrebbe infatti attestarsi intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino, la stessa quantità dello scorso anno (50,23 milioni di ettolitri di vino il dato Agea 2021) e a +3% rispetto alla media del quinquennio 2017-2021.
Le condizioni climatiche favorevoli alla maturazione delle uve hanno infatti fatto virare le previsioni in segno positivo, mentre un clima inadatto per le varietà tardive influirebbe negativamente sul prodotto vendemmiale.
Con un -46% di precipitazione cumulata da inizio anno a fine luglio rispetto alla media degli ultimi 30 anni, il 2022 si è distinto come l’anno più siccitoso dal 1800 ad oggi, aggravato anche dalle temperature più calde delle ultime cinque decadi.
Una congiuntura climatica eccezionale, mitigata dalle piogge di agosto, che non ha danneggiato il vigneto Italia dove, pur mantenendo alta la soglia di attenzione al meteo delle prossime settimane, si attende un’annata più che buona con uve caratterizzate da gradazioni potenziali medio alte.
Particolare attenzione è rivolta ai tenori polifenolici delle uve a bacca rossa che determinano potenziali aspettative di eccellenza per i vini da invecchiamento. Dal punto di vista fitosanitario, la situazione del vigneto italiano appare generalmente ottima, con rarissimi attacchi di patogeni.
Resta stabile anche la classifica delle Regioni italiane, capeggiata dal Veneto che, con 11,5 milioni di ettolitri, produce da solo oltre 1/5 del vino italiano. Seguono Puglia ed Emilia-Romagna, con rispettivamente 10,6 e 7,4 milioni di ettolitri, per un prodotto complessivo delle tre Regioni pari al 59% dell’intero vigneto italiano. Sul fronte degli andamenti, la peculiarità della stagione non consente di formulare previsioni omogenee neanche nello stesso areale. Nel Nord Ovest si assiste alla importante flessione della Lombardia (-20%), seguita da quella più moderata del Piemonte (-9%) e della Liguria (-5%) mentre si stima in crescita la Valle d’Aosta (+10%).
A Nord-Est segnalate in recupero rispetto allo scorso anno sia Trentino Alto Adige (+10%) che Emilia Romagna (+4%) mentre perdite di lieve entità potrebbero esserci in Veneto (-3%), con il Friuli Venezia Giulia sostanzialmente stabile. Meno variabile la situazione al Centro, dove si assiste al deciso rialzo dei volumi per Umbria (+10%) e Toscana (+12%), seguito da un più moderato aumento nelle Marche e nel Lazio (entrambe a +5%).
Al Sud il lieve incremento della Puglia (+3%) si contrappone alla leggera flessione della Sicilia (-5%); si prevede una produzione stabile per l’Abruzzo, il Molise e la Calabria. In crescita anche Campania (+4%), Sardegna (+15%) e Basilicata (10%).
Per quanto riguarda la qualità, in linea generale si aspettano vini eccellenti in Trentino-Alto Adige e Sicilia, mentre puntano l’asticella sull’ottimo Piemonte, Val d’Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna, con Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria più caute su previsioni tra buone e ottime. Buon” invece le attese per le etichette lombarde e venete.
Secondo le stime produttive rilevate dal segretario generale dell’associazione degli imprenditori europei Ceev, Ignacio Sánchez Recarte, anche nel Vecchio Continente si registra un’alta variabilità delle produzioni dovuta al clima. Nel complesso il vigneto Europa ha tenuto, con una crescita della Francia sulla media del quinquennio (+3,5%, a 44 milioni di hl), mentre scala la Spagna, dove è prevista una contrazione sul periodo del 16%.
Stabili i livelli produttivi in Germania e Portogallo.
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