Vendemmia 2024: le sfide climatiche
di T.V.
Siccità, caldo e maltempo frenano la crescita della vendemmia: 41 milioni di ettolitri di vino stimati per il 2024, con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente.
La vendemmia 2024 si chiude con una produzione stimata di 41 milioni di ettolitri, un incremento del 7% rispetto all’annata precedente. Tuttavia, il Vigneto Italia non ha ancora raggiunto il suo pieno potenziale, mantenendosi al di sotto della media produttiva degli ultimi cinque anni. Le proiezioni ufficiali dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini (UIV), presentate a Ortigia durante l’Expo Divinazione, confermano che il raccolto di quest’anno è ancora distante dai 43-45 milioni di ettolitri ritenuti ottimali dagli esperti del settore.
Le sfide climatiche e la qualità del raccolto
Le condizioni climatiche hanno continuato a incidere in modo significativo sulla produzione vinicola. Le piogge eccessive hanno colpito il Centro-Nord, mentre il Sud ha subito una forte siccità, con conseguenze evidenti sulla quantità di uve raccolte. Il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, ha dichiarato che la vendemmia 2024 è stata una delle più impegnative della sua lunga carriera. L’instabilità climatica, infatti, ha reso necessario un attento monitoraggio delle risorse idriche e una gestione precisa della tempistica di raccolta.
Vendemmia 2024, Cotarella: una delle più impegnative che io ricordi “È stata una delle vendemmia più impegnative che ricordi, condizionata in maniera importante da una significativa trasversalità meteorologica che ha messo alla prova i viticoltori italiani da Nord a Sud”. Lo fa sapere Riccardo Cotarella (nella foto), presidente di Assoenologi, commentando le previsioni della raccolta 2024 elaborate con Ismea e Unione italiana vini.
“Le varietà più precoci in alcune zone, sono state raccolte con rese inferiori e una qualità segnata dalle condizioni meteo avverse – spiega Cotarella – mentre quelle più tardive hanno subito ritardi o anticipi nella maturazione, con un impatto significativo sul bilancio zuccherino e acidico delle uve stesse”.
Un’annata dove un fattore determinante per la qualità è stato il lavoro degli enologi.
“In campo – evidenzia il presidente – abbiamo dovuto adottare strategie precise per ottimizzare l’uso delle risorse idriche, monitorare lo stato di salute delle piante e decidere il momento esatto della vendemmia per ottenere uve al massimo del loro potenziale. In cantina, il lavoro è stato cruciale per valorizzare la materia prima, lavorando con precisione per compensare gli squilibri creati dalle condizioni meteorologiche”.
Il presidente di Ismea, Livio Proietti, punta il dito sulla necessità “di continuare a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici con tecnologie e innovazioni mirate anche all’adattamento al nuovo contesto, che comunque richiederà sempre più conoscenza e preparazione tecnica di chi opera in vigna, adoperandosi per mantenere il forte appeal che per i giovani ha fin qui avuto il lavoro in vigna e in cantina”.
Per il presidente di Uiv, Lamberto Frescobaldi, “abbiamo bisogno di un vigneto Italia ‘a fisarmonica’, reso più gestibile e flessibile da strumenti di intervento in grado di tamponare il tema delle eccedenze e, per quanto possibile, di rendere meno traumatiche le annate scarse. Gli estirpi, di cui si parla in Europa, non risolvono la situazione italiana e rappresentano un rischio sociale”.
Nonostante queste difficoltà, la qualità del raccolto si mantiene buona, con diverse zone che vantano punte di eccellenza.
I viticoltori hanno dovuto adottare nuove strategie per gestire i vigneti, sfruttando al meglio le risorse a disposizione e ottimizzando il processo di maturazione delle uve. In cantina, il lavoro degli enologi si è rivelato cruciale, permettendo di compensare gli squilibri causati dalle condizioni meteorologiche avverse.
Ripresa produttiva al Nord e al Centro, ma il Sud resta indietro
La vendemmia 2024 ha visto una sostanziale tenuta al Nord, con una leggera crescita dello 0,6%, e una ripresa importante nel Centro Italia, dove la produzione è aumentata del 29,1%. Anche il Sud ha registrato un incremento del 15,5%, ma questo non è stato sufficiente a riportare la produzione sui livelli del passato. Le regioni del sud e isole restano ancora lontane dai risultati medi degli ultimi cinque anni, con una flessione del 25,7%.
In termini di tempistiche, la raccolta è stata influenzata dalle condizioni climatiche in base alla varietà e alla tipologia di uve.
In particolare, al Sud, il periodo di raccolta è stato anticipato a causa dello stress idrico e termico, mentre al Nord le varietà tardive si sono mantenute in linea con le medie stagionali. La maturità fenolica completa delle uve rappresenta un punto di forza per la qualità dei vini prodotti quest’anno, nonostante la riduzione dei volumi.
La posizione dell’Italia nel contesto internazionale
La Francia, grande rivale produttivo dell’Italia, ha registrato una contrazione drastica del 18% nella produzione vinicola, riconsegnando al nostro Paese il primato mondiale. L’Italia rimane dunque il leader globale nella produzione di vino, grazie a una ripresa produttiva più stabile rispetto agli altri Paesi europei. Tuttavia, le sfide non sono finite. Secondo Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione Italiana Vini (UIV), l’Italia ha bisogno di una gestione più flessibile e innovativa del proprio vigneto per far fronte alle eccedenze o alle annate più scarse. Frescobaldi sottolinea che il settore vitivinicolo deve adattarsi rapidamente ai cambiamenti climatici, puntando su innovazione e promozione per rimanere competitivo sul mercato globale.
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