Sapere e conoscere
di di Annibale Toffolo
Ci vuole una misura in tutte le cose e una modestia che vivendo particolarmente nell’ambito delle esperienze più vicine, rifugia da una genericità snobbistica. L’abbondanza delle Associazioni di Sommeliers a volte può essere persino sospetta, con l’assegnazione di collari “Taste vin” a persone con conoscenze improvvisate che spesso pontificano a sproposito.
Ben vengano quindi i sommeliers, se si darà loro il modo di approfondire le loro conoscenze, sia se si tratti di adetti al servizio dei locali pubblici, o degli appassionati privati, ma non credano mai che una catena al collo con appesa una tazzina per l’assaggio, dia loro una completa conoscenza su tutti i vini del mondo, e non assumano mai una spiacevole prosopopea nei confronti di clienti non sempre sprovveduti.
Siamo certi che gran parte dei tecnici che erudiscono questi “giovani” sono della gente in assoluta buona fede e degli autentici apostoli del vino, ma li invitiamo a creare precise distinzioni fra i loro allievi, evangelicamente, secondo la parabola del buon seminatore, perchè non tutti i chicchi divengono spiga, e sta a loro, distinguere il grano dalla gramigna, perchè non avvengano incresciose confusioni. Chi sa e ha buona fama può spesso, magari dare prestigio a chi opera alla sua ombra, e non sa e non ha la sensibilità per sapere e conoscere.
Il palato per il vino è come “la grazia”. È un dono di Dio, o della natura, c’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha.
Nessuna esperienza può valere se le papille gustative non funionano, o se sono corrotte da troppe sigarette o da troppe fumate di sigaro o di pipa.
Diffidate di un sommelier con l’indice ed il medio gialli di nicotina, e redarguitelo se, per assoluta mancanza di dignità professionale, lo vedrete fumare durante il servizio.
Annibale Toffolo
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