La cucina del "senza"
di Annibale Toffolo
Nel carrello della spesa finiscono più spesso prodotti “senza”, cioè senza uno o più ingredienti come lievito, zuccheri, grassi e così via. L’assenza di un ingrediente, messa in bella vista sulle confezioni, rassicura e fa pensare a prodotti più digeribili, leggeri e naturali.
Per gli esperti però si tratta di un’illusione. Nella maggior parte dei casi, la maniacale ricerca di alimenti “senza” è solo l’ultima moda dettata dalla diffidenza con cui, da qualche anno, i consumatori si approcciano al cibo, valutando più quello che non ha rispetto a ciò che contiene. Finisce così che anche una cena tra amici può diventare un’impresa titanica. Luigi è intollerante al lattosio e sua moglie dice di mangiare tutto tranne i carboidrati, melanzane e aglio, Roberto ha un conto in sospeso con la frutta secca e Bianca non digerisce le fritture. Ma sarà vero? Secondo gli esperti assolutamente no.
Con internet siamo diventati tutti nutrizionisti e dietologi.
Un tempo era il medico a consigliare la limitazione o l’eleminazione di un alimento a soggetti che presentavano una patologia, tipo il diabete o l’ipertensione. Oggi invece tanti si affidano a “diete fai da te”, inutili e molto dannose per la salute. Privarsi del glutine, del lattosio, degli zuccheri o del sale, in assenza di una malattia, può avere serie conseguenze sulla salute. Purtroppo delle ricadute di tali privazioni ce ne accorgeremo tra un decennio. Per questo motivo, se togliamo il glutine a coloro che non sono celiaci stiamo dando una mortificazione all’intestino.
La cucina del “senza” porta al disuso che atrofizza.
Ecco perchè i guru della dieta meditteranea suggeriscono di non cadere nella trappola dei test per valutare le intolleranze alimentari. Nella maggior parte dei casi si tratta di fuffa ben lontana da ogni validità scientifica.
Non esistono test scientificamente validati eccetto che per il lattosio e il glutine, spiega il dietologo.
Annibale Toffolo
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