Il golf club di Punta Ala
di Paolo Pilla
Da sempre la Toscana è conosciuta per essere una splendida regione. Si arriva in Maremma, e la cosa ha, per certi aspetti, una connotazione ancora maggiore. A sud del golfo di Follonica troviamo Castiglione della Pescaia, e subito si arriva a Punta Ala, un tempo chiamata Punta Troia.
Fu Italo Balbo a voler cambiare il nome di quel promontorio dall’elevato soleggiamento, dove non piove quasi mai. Sono i rilievi montuosi dell’isola d’Elba e la conformazione della costa, a deviare le perturbazioni.
Le temperature scendono molto raramente sotto lo zero d’inverno, e vanno poco sopra i trenta gradi in piena estate.
In questo paradiso trovano posto tante cose interessanti, a cominciare dal Campo di Polo che ha sostenuto grandi eventi di equitazione con le esibizioni degli olimpionici Piero e Raimondo D’Inzeo, e le emozionanti partite di Polo, “lo sport dei re”, giocate dalle forti squadre argentine, italiane, francesi, belghe, tedesche, inglesi, con anche la partecipazione ai tornei, un tempo, di Carlo d’Inghilterra.
E ancora, le competizioni delle carrozze d’epoca. E che dire del “MARINA” che ha ospitato Patrizio Bertelli per gli allenamenti in vista della Coppa America con il suo scafo “Luna Rossa”, imbarcazione che ha vinto l’edizione 2000 della Vuitton Cup.
Fiore all’occhiello, per finire, quello che più da vicino ci interessa, il Golf Punta Ala, sessanta ettari di macchia mediterranea praticabile durante tutto l’anno, su cui ho giocato volentieri anch’io. In questo lembo d’intensa Maremma, c’è una tale concentrazione di eventi di spessore e di appetitose opportunità, che difficilmente si trovano altrove.
Il Club nasce nel 1964, su progetto di Giulio Cavalsani. Le 18 buche del tracciato coprono una lunghezza complessiva di 6.168 mt, l’area prospicente il mare gode di una situazione spettacolare: su terreno ondulato con folta vegetazione di verde intenso, la tipica “macchia maremmana” composta di pini, lecci, querce da sughero, cespugli di corbezzoli. Sono presenti interessanti impedimenti naturali, atti a creare maggior impegno nel gioco. Stupendo è il panorama, godibile da ogni buca di fronte il mare, con alle spalle i poggi lussureggianti di flora mediterranea, sempre sotto un cielo azzurro. È un Par settantadue lungo, e direi certamente difficile sotto il profilo tecnico, che impone costante attenzione. Il proprio handicap di gioco, infatti, riceve un numero di colpi superiore rispetto ad altri Campi italiani.
Sono però difficoltà che si accettano di buon grado, perché dettate dalla natura che fa spettacolo, e che qui è particolarmente rispettata.
Soprattutto i green, sono difficilissimi: seppur molto ampi; sono ondulati, di complicata lettura, velocissimi come fossero di vetro.
Tre putt, per me, si sono verificati più volte.
Ho avuto il piacere di ricevere l’ospitalità dell’hotel “La Bussola”, albergo di spessore, tal quale il Campo da Golf. Entrambi mi hanno affascinato: l’albergo per la sua estrema accuratezza allegra e raffinata, per l’eccellenza del pesce servito a cena, per il tratto del personale; il Campo per il suo attraente percorso, in un’aria decisamente salubre. La conversazione con il proprietario, che era anche il presidente del Circolo, mi fece chiarezza sull’organizzazione e sulle difficoltà pratiche del Club, e del suolo nei riguardi del Campo: La scarsità di pioggia crea un problema nel mantenimento del manto erboso anche perché non c’è ricchezza di acqua dolce nel territorio, e la dissalazione è molto costosa. Quando ci ho giocato io tuttavia, i fairways in ”bermuda”, erano belli. Nell’assorto di migliorare la situazione, l’allora presidente ebbe a confidarmi la sua intenzione di sostituire il tipo di erba, con la consulenza dell’agronomo della federazione; la scelta cadde su un’essenza tipica della Florida, la “Paspalum Vaginatum”, una specie macroterma che vegeta con alte temperature, conosciuta per l’ottima robustezza nei confronti degli stress termici e idrici, e per l’elevata resistenza alla salinità.
Richiede poca acqua, e a tratti tollera anche l’acqua salata.
È un’erba costosa, ma è vantaggiosa, anche perché è più resistente all’usura determinata dal calpestìo, tanto frequente nella stagione estiva. Il Golf Punta Ala, concludeva il presidente, mi renderà orgoglioso di un Campo con queste caratteristiche che pochi altri hanno. Per quanto attiene la recettività del sito, c’è da dire che d’estate i giocatori provenienti da nord sono numerosi, ma potrebbero essere di più se non ci fosse carenza nell’offerta alberghiera.
Concentrata nel periodo estivo, permette una stagione di gioco più corta. Quando ci sono andato io, le camere nei dintorni erano insufficienti, e c’era forte attesa di poter incrementare l’ospitalità, con la costruzione di una foresteria sportiva di quaranta stanze, atte a ospitare golfisti anche nel periodo invernale.
Oltre a godere dell’ottimo clima, il giocatore che intende passare qui qualche giorno, può contare su di un ambiente incontaminato che conduce a un’eccellenza enogastronomica, ed è anche vicino a cittadine culturalmente prestigiose. Non si può fare a meno di visitare:
- la Torre Hidalgo che domina l’abitato, costruita nel Cinquecento a difesa dell’allora Principato di Piombino;
- il Castello, anch’esso cinquecentesco, che venne eretto dai Medici sul promontorio, per il controllo del tratto costiero;
- la sua spiaggia, ripetutamente premiata con le cinque vele di Legambiente, che per le sue peculiarità è importante meta turistica;
- la vicina Castiglione della Pescaia, borgo fortificato avanzato sul mare, con la sua bella cinta muraria, e i resti archeologici che confermano l’importante insediamento romano. E dell’epoca precedente, di cui Vetulonia abitata sin dal IX secolo a.C., offre splendide testimonianze del periodo etrusco.
-una veleggiata alla vicina isola d’Elba, alternativamente facile da raggiungere col traghetto o in aliscafo. Offre la sua incredibile varietà di paesaggi formati da fitti boschi, montagne, spiagge di ciottoli, scogli, calette di sabbia, e i tipici villaggi di pescatori;
In tutta questa parte del grossetano, attorno a Punta Ala, l’essenza etrusca è tanto evidente. Generata dal territorio, la popolazione, coeva dei Veneti, è forte.
È gente che ha sempre destato in me un senso di ammirazione e simpatia, per la vivacità e la schiettezza.
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