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Da Nappa a Caorle il miglior pescato del giorno

di Nino D’Antonio

Per anni – quelli della migliore gioventù – Luigino Ponticelli è andato su e giù in bicicletta, da Caorle a Motta di Livenza, a vendere pesce. Quaranta chilometri da coprire con qualsiasi tempo, per quella rete di clienti messi faticosamente insieme, grazie a due requisiti: pescato fresco e prezzi onesti. Poi, i locali a piano terra della sua casa, quasi a ridosso dell’antico campanile di Caorle, gli suggeriscono l’idea di avviare una friggitoria, ovviamente di pesce. Il successo è immediato e imprevedibile, al punto che Luigino pensa che l’esperienza vada estesa a tutta la cucina ispirata ai prodotti del mare.

Ci siamo. Nel ’63, lo slargo antistante casa, accoglie un suggestivo dehors, fra gli edifici bassi e variamente colorati del centro storico. Mentre alle spalle, il ristorante bene arredato ha il suo punto di forza nella griglia a legna.

L’insegna recita NAPPA. Che fa pensare a un cognome. E invece è il soprannome di Luigino Ponticelli, per il suo naso piuttosto invadente. Ma veniamo al ristorante, di certo fra i più accreditati di Caorle, per chi voglia gustare del buon pesce sempre fresco e cucinato con grande sapienza.

L’avventura di Ponticelli e del suo Nappa è andata avanti per oltre mezzo secolo. Poi, in questo 2018, Luigino ha venduto il ristorante. “Ma non è cambiato niente”, mi assicurano Giovanni e Sebastiano, due garbati professionisti, che curano la sala e il dehors. Ed è proprio vero che tutto continua nel solco della migliore tradizione, perché Nappa è passato nelle mani di Pasquale Cagiano, titolare del famoso “Ai Bragozzi”, locale da sempre accreditato nella cucina di mare.

“Papà ha deciso di rispettare lo spirito del locale”, mi dice il figlio Umberto alle prese con le operazioni di beverage “E soprattutto di non tradire le attese di quella clientela che ritorna qui con antica fiducia”.

E veniamo ai piatti più tipici. Dagli spaghetti ai fasolari (a base del frutto di mare ben tritato, invenzione della mamma di Giovanni, donna di particolare bravura in cucina) a quelli al nero degli zotoi (piccolissime seppie), fino a quel ventaglio di fritture – calamari, gamberi, sogliole, triglie – e alle varie grigliate, tutte da pescato del giorno: anguilla, mormora, branzino, sanpietro, coda di rospo, mazzancolle.

Insomma, una scelta senza confini, dove ad ogni pesce è riservata la cottura più adatta, perché non perda l’originario sapore di mare.

Alla qualità della cucina va aggiunta un’accoglienza garbata e cordiale, aperta ad ogni curiosità del cliente. Così Giovanni e Sebastiano non mancheranno di farvi scoprire le caratteristiche del pesce, prima ancora di gustarlo.

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