Enrico Nadal: terza generazione in cantina
di Lorenzo Baldoni
Mario Nadal aveva pochi ettari di terreno quando iniziò la sua avventura nel 1925. Era un Veneto prevalentemente agricolo, le industrie erano ubicate per lo più nelle grandi città. La fuga dalle campagne sarebbe iniziata quarant’anni dopo. Circa un secolo fa si produceva latte, uva e ortaggi, tutto ciò poteva servire alle famiglie all’epoca nelle campagne spesso numerose. La svolta arriva negli anni ’70 quanto Valerio Nadal figlio di Mario dopo il diploma all’istituto Cerletti di Conegliano intuisce che bisogna procedere ad un cambio nella produzione. Ed capisce che bisogna puntare sulla vite e sul settore vitivinicolo. Partì da zero. Ancora oggi non vengono dimenticate le prime quattro botti di legno contenenti 20 ettolitri di vino. Da quella svolta “Vini Nadal” che si trova a Santa Lucia di Piave (Treviso) cresce e oggi ed è divenuta una realtà consolidata che fa numeri importanti. Sia da un punto di vista commerciale che produttivo su una superficie vitata di oltre 35 ettari con due terzi coltivati a biologico. Vini prodotti: più di 15 tipologie bianchi rossi, fermi e frizzanti, spumanti passiti tipo merlot chardonnay, Raboso doc, Prosecco, “Wildbacher” (di origine austriaca), miele piccola produzione. La vendita soprattutto in Italia e gradualmente i Nadal stanno conquistando qualche Paese europeo.
Siamo arrivati alla terza generazione. Enrico Nadal ha 24 anni e si sta laureando in Enologia a Udine alla Facoltà di Scienze agrarie. Il fratello Alberto si occupa del commerciale ed è presidente della prestigiosa Fiera di Santa Lucia di Piave.
Enrico in pratica si innamora fin da bambino dell’agricoltura. I campi li comincia a “calpestare” presto e così capisce cosa è la fatica. E’ importante sottolineare che sempre più giovani in Italia si avvicinano al mondo dell’agricoltura, che fino a qualche anno fa era quasi snobbato dalle nuove generazioni. E invece i dati parlano chiaro: tra settembre 2014 e settembre 2019, nel settore agricolo ci sono state oltre 35mila nuove assunzioni, di queste quasi 20mila tra gli under 30 (indagine condotta dalla Conferenza nazionale di Agraria). In aumento dunque l’interesse verso un settore ancora trainante in Italia, nonostante la crisi degli ultimi anni che di certo non ha reso facile lo svolgimento del regolare lavoro.
Enrico Nadal, ci spieghi allora perché un giovane si affaccia all’agricoltura?
Come giovane crescendo in mezzo ai vigneti si è sviluppato questo interesse. Negli ultimi anni i giovani sono aumentati c’è un ritorno all’interesse per un settore primario per l’uomo. Non dimentichiamo che dopo la crisi iniziata nel 2008 che ha colpito diversi settori della grande industria e quindi l’indotto con perdita di posti di lavoro, l’agricoltura non solo ha tenuto ma ha creato nuovi posti di lavoro”.
E la scelta del biologico come è nata nella vostra famiglia?
Si tratta di una scelta fatta alcuni fa. La scelta della filosofia del Bio che noi sposiamo appieno in quanto la mia famiglia ha sempre puntato su un prodotto buono sano e di qualità e che permettesse di salvaguardare, l’ecosistema, il terreno e la biodiversità e soprattutto noi stessi. Noi mangiamo ciò che produciamo. Il bio chiede molto impegno sacrificio. Qualità, attenzione alla produzione, nel bio è fondamentale l’innovazione negli ultimi anni la chimica l’ha fatta da padrone. L’obiettivo è di sostituire la chimica con delle tecniche alternative che ci permettano di raggiungere lo stesso scopo tutelando l’ambiente e il terreno.
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