Fine dining senso e Alfio Ghezzi Bistrot
di Silvia Allegri
Una cucina ambasciatrice del territorio che la ospita, con piatti semplici, genuini e al tempo stesso raffinati, curati nei dettagli, capaci di rendere omaggio alle materie prime. È una dichiarazione d’amore al paesaggio dell’alto lago di Garda e alle sue prelibatezze la cucina di Alfio Ghezzi, che nel 5 stelle Lusso Eala, struttura d’avanguardia a Limone inaugurata nel 2021, propone due esperienze di cucina nate dalla stessa filosofia: il più formale e dinamico Alfio Ghezzi Bistrot, basato sul concept “eat simple” e che offre portate semplici che esaltano i sapori italiani e del Garda, e l’esclusivo fine dining SENSO by Alfio Ghezzi, luogo ideale per vivere un vero e proprio rituale gourmet. A eseguirla e interpretarla lo chef giapponese Akio Fujita, da anni al fianco di Alfio Ghezzi, con il quale condivide una forte sinergia: dai particolari tagli, alle tecniche di lavorazione, fino allo stile del Kaiseki, ossia la forma del pasto tradizionale composto da molteplici piccole portate a base di ingredienti stagionali. L’obiettivo? Offrire agli ospiti un viaggio sensoriale che interpreta una coerente ricerca dell’eccellenza in tutte le sue sfaccettature, senza dimenticare mai le proprie origini e il forte legame con un territorio e una tradizione noti nel mondo intero. “Siamo in un’area che potremmo definire micromediterranea e dove, nel raggio di 30 chilometri, si possono trovare dei veri e propri tesori”, spiega Alfio Ghezzi. “Penso agli agrumi che nascono sulle sponde del Garda, ai pesci di lago che tanta influenza hanno avuto nella cucina locale, alla tradizione casearia dell’altopiano di Tremosine, ai vegetali del vicino Trentino, col broccolo di Torbole, presidio slow food, protagonista del menù invernale, fino ai mieli prodotti sulle pendici del Monte Baldo, che si specchia nelle acque del lago. È un menù, il nostro, che racconta ciò che ci circonda, e questo inevitabilmente influenza anche la scelta dei vini”. Una scelta affidata al sommelier Manuele Menghini che nella cantina a vista, davanti all’ingresso dei due ristoranti, ha raccolto 700 etichette che raccontano un viaggio attraverso l’intera penisola, ma anche oltre le Alpi, in particolare tra la Francia e la Germania. “Mi sono mosso dal desiderio di proporre bottiglie immancabili, quelle che costituiscono il punto fermo di ogni carta vini di alta qualità, accompagnate da una selezione di vini meno noti, prodotti da artigiani. Questo ci permette di proporre abbinamenti spesso insoliti, ottimi per valorizzare ogni piatto e creare un forte legame tra la sala, la cantina, la cucina. Mettendo al centro, sempre, i nostri ospiti”. Il tutto nella cornice di una struttura, Eala, nata dalla volontà di proporre un’esperienza di vacanza esclusiva nel rispetto del paesaggio, degli standard della più alta sostenibilità, in un connubio perfetto di materiali, forme e colori. Pensati per evocare in ogni dettaglio il ‘sogno’ gardesano’, incarnato dal cigno che ne è simbolo, ricco di bellezze naturali che diventano le prime protagoniste del lusso.
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