La storia raccontata in un museo del Vino
di F.F.
Centotrent’anni, tre secoli attraversati in un crocevia di generazioni, una storia viva da preservare e raccontare a futura memoria. Il cammino è di Cantine Giacomo Montresor, tredici decadi di storia (1892-2022) nel cuore della Valpolicella raccontati in un Museo inaugurato mercoledì 7 dicembre.
A tagliare il nastro del nuovo Museo sono stati il Presidente e il Vicepresidente di Cantine Montresor, Marco Nannetti e Luigi Turco, il Consigliere regionale Alberto Bozza, e Christian Marchesini Presidente del Consorzio Vini Valpolicella. Il Consigliere Bozza ha anche consegnato al Presidente Nannetti una targa della Regione Veneto per le celebrazioni dei 130 anni della cantina.
Insieme al Museo, a onorare il prestigioso traguardo anche un libro che ripercorre la storia dei 130 anni, il rinnovato wineshop e una bottiglia celebrativa (Amarone della Valpolicella DOCG Riserva 2012).
Fil rouge che unisce le tante iniziative è la consapevolezza che il vino è un’esperienza immersiva da vivere a 360 gradi tra storia, cultura e territorio.
Museo del vino.
È la grande novità delle celebrazioni dei 130 anni, e si disloca su un’area ristrutturata della cantina di 500 metri quadrati. Tre sono i fili conduttori della narrazione. Prima di tutto la storia di Cantine Giacomo Montresor nella liaison con la città di Verona.
Lo dice la stretta vicinanza geografica dell’azienda, a due passi dal centro storico della città, lo confermano le scelte strategiche della cantina nel corso dei decenni sempre in piena sintonia con il territorio circostante.
La seconda sezione è dedicata alla tradizione vitivinicola narrata attraverso i suoi “attrezzi” agricoli, da inizio Novecento ad oggi: antiche botti, tini, pigiatrici, aratri, strumenti della campagna e tanto altro. A raccontare questa storia è un virtuale “fattore” della cantina che attraversa i decenni in un viaggio arricchito da tradizioni e cultura popolare.
L’ultima sezione pone lo sguardo al territorio della Valpolicella nella sua interezza: clima, paesaggio, uve, strumenti di vinificazione e soprattutto l’appassimento delle uve e la storia dell’Amarone. È la testimonianza che il vino nasce dalla terra e dalla cultura che lo circonda e che ogni bottiglia Montresor è un tutt’uno con il paesaggio da cui trae linfa.
Il museo proprio per la sua caratterizzazione culturale sarà gratuito e aperto al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 19 (escluso il lunedì fino al 31.12.2022. Da gennaio l’apertura sarà tutti i giorni).
Wineshop
Come in tutti i musei, la visita si concluderà presso il wineshop completamente rinnovato. All’interno sarà possibile trovare tutte le referenze delle varie annate di Montresor, così come ci sarà la possibilità di degustare i vini.
Lo spazio ospita anche una grande opera artistica (9,25x2,50) di Emanuele Marchesini realizzata utilizzando materiale della filiera vitivinicola (resine, vino, vinaccioli, vinacce, raspi, foglie di vigna, pigmenti). “Dionisiaco e Apollinea”, questo il titolo dell’opera, si ispira alla filosofia di Nietzsche, il quale individua nell’uomo un equilibrio tra spirito dionisiaco e apollineo, tra caos e razionalità. Il vino è l’elemento che reca in sé la follia e la ragione.
Libro 130 anni
Si intitola “Cantine Giacomo Montresor: 130 anni di impegno e innovazione”, a scriverlo è Valeria Chilese.
Nelle 112 pagine in doppia lingua (italiano/inglese) racconta la lunga storia di questa cantina, il cui inizio risale nella notte dei tempi, addirittura nel XVII secolo quando viene rintracciato il nome Montresor tra i proprietari di alcuni terreni a Bussolengo. Due secoli dopo si arriva a Verona e al “fatidico” 1892 quando a Giacomo Montresor, i genitori Gaetano e Rosa, intestano un’azienda vitivinicola presente sul territorio. A questa faranno seguito l’acquisto di una Osteria in pieno centro a Verona negli ’20, e la costruzione, nel 1934, di Cantine Giacomo Montresor in quella che tutt’ora è la sede della cantina.
È l’inizio di un percorso fatto di tanti tasselli che porta a uno dei tratti distintivi di Cantine Montresor: la bottiglia satinata, geniale intuizione di Giacomo per conservare il vino nei lunghi viaggi oltreoceano. Le generazioni successive hanno poi sviluppato l’azienda che ha fatto conoscere i vini Montresor in tutto il mondo. Dalla prima bottiglia di Recioto Rustego secco del 1946, alla presentazione in Canada nel 1969 di quella che presto è divenuta un’icona dei vini veronesi in Nord America: l’Amarone della Valpolicella in bottiglia satinata.
L’attualità oggi parla di una cantina che esporta vini in 56 Paesi del mondo ed è leader nel mercato del Canada. E che a partire dal 2019 ha portato avanti un imponente percorso di ristrutturazione generale che ha visto la realizzazione di un nuovo impianto di imbottigliamento, un nuovo fruttaio per l’appassimento delle uve destinate all’Amarone, una bottaia completamente ristrutturata, la nascita del Museo e il rinnovato wineshop.
L’Amarone celebrativo
Non capita tutti i giorni di festeggiare una ricorrenza come questa. Per l’occasione Cantine Giacomo Montresor ha realizzato uno speciale Amarone della Valpolicella DOCG Riserva 2012, risultato di un progetto enologico decennale. Presentato in anteprima nell’ultima edizione di Vinitaly, il vino è il prodotto di dieci anni di affinamento, per una produzione limitata di 6mila bottiglie tutte satinate tratto distintivo dello stile Montresor.
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