Paolo Casagrande, lo tristellato Trevigiano
di Giancarlo Saran
E’ una bella storia di successo della terra trevigiana di chi, per volontà, talento e determinazione, ha trovato poi la giusta valorizzazione, seppur in terra foresta. Paolo Casagrande nasce a Susegana nel 1979. Fin da piccolo la curiosità lo spinge ad annusare quello che bolle nelle pentole di nonna Bruna o mamma Grazianella. La natura è stata generosa con lui. Sa destreggiarsi bene con il pallone nelle sfide tra coetanei, ma sa anche tradurre quanto la fantasia gli suggerisce disegnando con mano sicura vignette curiose e divertenti. Questa predisposizione al disegno gli fa immaginare un futuro da geometra o architetto, ma papà Lorenzo, che il ragazzo se lo era studiato bene, lo invita a percorrere una strada a lui più consona e quindi si iscrive all’alberghiero Beltrame di Vittorio Veneto. Di quegli anni ricorda una bella squadra di docenti, in particolare Omar Lapecia e Paola Tomasi, che sanno trasmettergli gli ingredienti più importanti della professione: passione, disciplina, senso del sacrificio. Il ragazzo ci sa fare e in lui matura il desiderio di scoprire cosa ci sia di interessante al di là delle colline del prosecco. Subito dopo il diploma prende il volo per Londra. Inizia a smanettar di pignatta in una trattoria italiana, ma sente che non è quello il motivo sufficiente per aver lasciato casa, famiglia e amici. Passa ad un prestigioso ristorante d’albergo dove è l’unico a parlare la lingua di Dante. Dopo un anno vola a Parigi, nella brigata di Alain Soliveres, un bistellato alla guida dello storico Taillevent. Sono tre anni in cui carbura al meglio le basi da cui partire per inseguire la realizzazione dei sogni che ha nel cuore da sempre. E’ lo stesso Alain che, ad un certo punto, gli suggerisce di volare altrove, presso colleghi che potrebbero ulteriormente far lievitare al meglio i suoi talenti. Daniel Boulud a New York e Martin Barasategui a San Sebastian. Il web non è ancora diffuso come oggi, ma Paolo, curiosando con mouse sapiente, viene intrigato dalla composizioni culinarie del pluristellato cuoco basco. Come è vero che le sliding doors della vita, se le sai cogliere al meglio, ti possono cambiare il futuro. Dopo un anno il suo capo gli affida una mission importante. Ha un locale a Tenerife, la capitale delle Canarie che non decolla. Il giovanotto potrebbe essere l’investimento giusto. Nel 2004 Paolo ha venticinque anni, accetta la sfida. Nel 2009 arriva la prima stella gommata. Un successo reciproco. Del maestro che aveva creduto nel suo miglior allievo e viceversa. E’ tempo di prendersi una pausa sul passaporto e tornare a casa, anche se non sulle rive del Piave paterno, ma del lago di Como. C’è da avviare il ristorante di un albergo di lusso. Barasategui dopo due anni lo chiama. E’ l’investitura successiva. “Ho il mio Lasarte a Barcellona che va bene, ha due stelle. Ma io voglio arrivare alla terza, e la persona giusta sei tu”. Altra sfida, altra vittoria. Nel 2017 il cuoco basco e il suo allievo trevigiano sono i primi a portare le tre stelle nella catalana Barcellona. Non ci era mai riuscito nessuno prima. I due si intendono con un’occhiata, le parole non servono. Barasategui, oltre ad essere un ottimo talent scout, sa coniugare al meglio creatività, impegno, spirito di squadra, doti indispensabili se si vuol dare struttura solida ad una realtà che ha come prodotto finale piatti che fanno volare palato e fantasia tra le stelle, anche se “da fuori è difficile immaginare quanto lavoro ci sia dietro. E’ un lavoro d’equipe, come un’orchestra”. Una delle marce in più di Barasategui è ben descritta da Paolo Casagrande. “E’ geniale, ma pragmatico. Per ogni nuova ricetta immagina già la sua evoluzione”. Per certi versi un notaio creativo. Infatti, per ogni piatto, ogni possibile evoluzione viene registrata e documentata. Una sorta di albero genealogico a dimensione calorica. Italiani tristellati ce ne sono due. Il bergamasco Umberto Bombana a Hong Kong e il nostro Paolo, trevigiano genere natu. Quindi la Marca Gioiosa e golosa può fregiarsi di uno chef ai vertici internazionali, anche se opera all’estero, almeno per ora. C’è di che andarne orgogliosi. Una marcia in più che è nel dna di molti giovani connazionali. Lo conferma lo stesso Casagrande, il cui conversare oramai è un mix di italo.spagnolo.veneto. “Sono molti i giovani italiani che vengono da noi per degli stage, e bisogna dire che, spesso, dimostrano un talento particolare”, legato ad un paese ricco di tradizioni, prodotti, sapori che respirano in casa sin da piccoli, come è capitato a lui.
Memoria che rimane impressa con madeleine senza tempo. Il suo menù dei ricordi è incancellabile, come i crostini di lumache, quelle che andava a raccogliere lungo i fossati delle colline fuori casa o la lingua salmistrata, spesso spuntino del mattino prima di andare a scuola. Musetto, cren e radicchio in agrodolce nelle serate d’inverno, come le trippe in brodo in un elenco “che non finirebbe mai”. Legami che mantiene vivi ogni giorno, in una carta del menù dove si incrociano contaminazioni diverse: spagnole, italiane, comunque a trazione mediterranea. Dall’Italia sceglie il meglio, secondo stagione. Si va dal castelmagno piemontese ai capperi siciliani. La pasta marchigiana o campana, senza negarsi le puntarelle romane. Sempre attento a cogliere il meglio, qualche difficoltà era sorta, inaspettatamente, con l’amato radicchio rosso, lo spadone trevigiano. Altra sliding door. Incontra sul web quella che poi diventerà solida realtà. I fratelli Nicola e Alessandro Franchetto, oltre ad essere coltivatori appassionati in quel di Santa Cristina di Quinto, sanno anche ottimizzare le opportunità che offrono le nove tecnologie. Il loro radicchio è nutrito da una falda sotterranea profonda centottanta metri. Qualità che va promossa e fatta conoscere anche oltre i confini locali. Oramai il quaranta per cento del loro prodotto è commercializzato tramite i canali del web. Nasce così un fruttuoso scambio reciproco. Gli uni a fornire con puntualità la cucina tristellata del Lasarte, Casagrande ricambia con un ricettario variegato che arricchisce la proposta per valorizzare i prodotti dei suoi conterranei fornitori. Sinergie virtuose, il made in Italy protagonista. Al di là dello scorrere delle stagioni nella carta del Lasarte non manca mai il risotto, declinato secondo il meglio di stagione. “E’ il mio imprinting, è come andare in biciletta. Si può essere lontano da casa da molti anni, ma la propria cultura non si dimentica”.
Paolo Casagrande, un trevisano nel mondo, esempio di come con tenacia, umiltà ed impegno, si possano valorizzare i propri talenti, ma anche quello che essi rappresentano. Un visionario, certo, ma realista “mi piace sognare in grande, ma sempre rimanendo con i piedi per terra”. Una storia, la sua, testimone di come semplicità e talento possano fare la differenza. Giustamente premiato, quindi, con il Radicchio d’Oro 2023 per l’Enogastronomia, degno erede di nomi quali la famiglia Alajmo, Davide Paolini, Arrigo Cipriani, il meglio del Made in Italy a tavola. Il sogno nel cassetto? “Certo, tornare in Italia, con l’orgoglio di continuare a fare bene il proprio lavoro tra le mura di casa”. Chissà mai se, un giorno, tutto questo accadrà. Le sliding doors della vita sono sempre impreviste e imprevedibili.
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Delphine vive a EekIo, in Belgio, e ha conseguito un master con lode presso la scuola d’arte Luca di Gand.
Ha iniziato la sua carriera come insegnante d’arte e successivamente come docente d’arte presso l’Artevelde University College. Nel settembre 2021 ha deciso di seguire la sua passione per l’arte. Da allora si dedica all’esplorazione della tecnica della xilografia. L’arte di Delphine ha raggiunto anche palcoscenici di importanta internazionale come la mostra dei finalisti di Arte Laguna Prize a Marzo 2023 negli splendidi spazi dell’Arsenale di Venezia.
Le opere d’arte di Delphine nel mondo.
Mostre passate:
Novembre 2021 // Mostra GRAFIEK 21 a Heist-op-den-berg presso il CC Zwaneberg
Febbraio 2022 // Percorso artistico a piedi Vitrtines d’amour a Gand
Giugno - Luglio 2022 // Castello di Sint Anna a Maldegem
Settembre 2022 // Mostra personale alla galleria kwk di Gand
Gennaio 2023 // Residenza TiPi a Gand
Febbraio 2023 // Mostra personale a TiPi
Marzo 2023 // Mostra collettiva dei finalisti di Arte Laguna Prize a Venezia
Giugno 2023 // Mostra personale a Gand
Ottobre 2023 // Mostra personale a Bruges
Prossime mostre
Estate 2024 // Mostra personale a Oostduinkerke, Belgio
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